Welfare e valori: guida per attrarre e soddisfare i giovani in azienda
Sono cambiate le dinamiche del lavoro: le aziende, per risultare appetibili soprattutto a lavoratori giovani come Millennials e Generazione Z, devono adottare accorgimenti che permettano di vedere il proprio impiego come una risorsa per il proprio benessere, non solo a livello economico

Stiamo vivendo un mondo profondamente diverso rispetto a quello che siamo abituati a immaginare se pensiamo a una quindicina di anni fa: le persone, soprattutto le più giovani, tendono a ricercare uno stile di vita non più basato unicamente sul lavoro, ma che dia la possibilità di conciliare il proprio impiego con la vita privata.
Per questo motivo le aziende, per risultare appetibili soprattutto a lavoratori giovani come Millennials e Generazione Z, devono adottare degli accorgimenti che permettano alla forza lavoro di vedere il proprio impiego come una risorsa per il proprio benessere, non solo a livello economico.
Abbiamo parlato di questo insieme a Silvia Zanella: manager, autrice e LinkedIn Top Voice Lavoro.
UN CAMBIO DI ROTTA?

Quando si parla di cambio di rotta all’interno del mondo del lavoro, la tecnologia è sicuramente uno dei fattori di maggior impatto. Questo perché, secondo Zanella, è venuta meno proprio la distinzione fra vita e lavoro. «Oggi si può rispondere alle mail anche durante il weekend, si possono fare conference call o videoconferenze. Si sono smaterializzati molti supporti: tutto ciò che prima era carta adesso è ovviamente digitalizzato.»
Un secondo cambiamento si ritrova in fattori demografici: «In Italia, ad esempio, è presente una bassa natalità. Esiste quindi una diversa prospettiva anche dal punto di vista pensionistico, oltre a movimenti demografici e migratori. Da un lato ci siamo trovati davanti a una fuga dei cervelli e dall'altro a persone che sono alla ricerca di un posto migliore. Anche la geografia del lavoro è cambiata e con essa la composizione demografica della forza lavoro.»
Anche i nuovi stili di vita - in particolar modo dopo la pandemia - e l’entrata nel mondo del lavoro delle nuove generazioni sono fattori da non sottovalutare. I nativi digitali e la Generazione Z hanno un approccio nuovo: si sono trovati ad affacciarsi al mondo del lavoro o della formazione direttamente in pandemia, a distanza, sostenuti solamente dall’uso della tecnologia.
Sebbene per molti versi questo possa avvantaggiarli, Silvia Zanella sottolinea quanto sia più complicato per loro capire come funzionando le organizzazioni. «Per via della pandemia, le generazioni più giovani non sono abituate a stare in un contesto organizzato. Le aziende devono assolutamente tenerlo presente. Non c’è familiarità con le dinamiche di onboarding: è necessario far capire loro quali sono le aspettative nei loro confronti, come si vive l'organizzazione al di là del singolo ruolo e quali possono essere gli atteggiamenti giusti per lavorare all’interno di un gruppo di lavoro. Far collimare remoto e presenza non è una questione banale per chi non è abituato.»
Anche le aspettative sono molto cambiate: se prima il lavoro era visto quasi come una transazione, un corrispettivo in denaro di una prestazione, ora le priorità sono differenti.
«Oltre alla retribuzione, oggi ci si concentra di più sulla famiglia, sulla salute, le proprie preferenze, i propri passatempi e i propri hobby. Questo è un fattore che le aziende devono tenere in considerazione. Le persone sono molto più propense a lasciare il proprio posto di lavoro a fronte di proposte non tanto più vantaggiose dal punto di vista dello stipendio, quanto più interessanti e più flessibili.»
Un’azienda che voglia andare ad attrarre nuove persone deve quindi tener conto di temi diventati sempre più importanti, come la flessibilità, la sostenibilità e l'accoglienza di profili diversi, non soltanto per ciò che riguarda il genere.
LE NUOVE ASPETTATIVE

A differenza di una grande organizzazione, la pmi, proprio perché di dimensioni ridotte, rischia di essere meno esposta agli studi e alle innovazioni più recenti. In questo senso, una forza lavoro giovane risulta molto utile perché può essere ascoltata e guidata nel veicolare e rendere efficaci intuizioni e idee traducendole poi in nella pratica, in modo da far progredire la propria azienda e renderla resiliente.
Proprio per questi motivi rendere appetibile la propria azienda e lavorare per fidelizzare i propri dipendenti oggi diventa estremamente importante. Per fare questo, le pmi devono focalizzarsi sulle nuove esigenze, in modo da risultare competitivi all’interno del mercato del lavoro.
Secondo Silvia Zanella è importante dare spazio a:
- Flessibilità, dando la possibilità di organizzare il lavoro: questo non significa necessariamente solo smart working, ma anche una focalizzazione sul risultato, sulla fiducia, sulla delega e sulla responsabilizzazione.
- Sostenibilità, importantissima perchè oggi tutti ci rendiamo conto che abbiamo un impatto sul mondo, sull'ambiente, sulla comunità in cui lavoriamo.
- Diversity, ovvero «cercare di superare le vecchie discriminazioni, di valorizzare quanto più possibile persone diverse, con percorsi e generi diversi, di orientamenti diversi.»
Tutto questo arricchisce un’azienda: è importante circondarsi di persone che la pensano diversamente da noi per poter avere diversi spunti e punti di vista.
PUNTARE SUL WELFARE

Un altro modo per permettere alla propria azienda di diventare un ambiente lavorativo attrattivo e vivibile è puntare sul welfare, una preziosa leva per trasformare l'atmosfera lavorativa e potenziare il benessere dei dipendenti.
In questo modo, non solo si tratterranno i talenti esistenti, ma se ne attrarranno di nuovi grazie a una serie di vantaggi che vanno ben oltre il mero aspetto finanziario. Un approccio che ragiona sul dipendente, che consente di armonizzare il lavoro con la vita personale offrendo servizi di welfare aziendale che rispondano alle nuove esigenze dei lavoratori.
Parlando di welfare, una Pmi deve lavorare sulla gratificazione, sul riconoscimento e sul benessere della persona. «Un grande psicologo del lavoro che è scomparso qualche anno fa parlava di Bellessere oltre che di benessere. La possibilità di andare a lavorare su dimensioni anche più estetiche e più astratte: sosteneva che la bellezza doveva entrare al lavoro. Questa mi sembra una bellissima utopia.»
Un’azienda può lavorare su questo offrendo dei servizi e dei benefit che vanno al di là dei soli buoni pasto: assistenza psicologica e sanitaria, ma anche servizi che aiutino a conciliare famiglia e lavoro come permessi e congedi extra, servizi di baby-sitting e agevolazioni per la mobilità.
Adottare strategie di welfare in linea con una filosofia che aiuti le persone a sentirsi bene può aiutare l’azienda a costruirsi una reputazione positiva creando un ambiente di lavoro più appagante e sostenibile per tutti. Paola Landriani