Dal 2008, per fare fronte alla grande crisi economica, imprese, consumatori e mercati hanno ricevuto un flusso di liquidità senza pari. Soldi che in minima parte sono stati investiti e poco spesi. Lo conferma un dato di Banca d’Italia: la liquidità parcheggiata sui conti correnti ha raggiunto, oggi, circa 1.800 miliardi di euro, registrando una crescita dell’11% circa rispetto ai 1.602 miliardi di inizio pandemia (marzo 2020). Insomma, imprese e consumatori risparmiano. Ma non sempre fanno bene. Anzi, secondo Gianni Nicolini, professore associato di Economia degli Intermediari finanziari all’Università Tor Vergata e ospite del Podcast di Imprese e Territorio dedicato questa settimana all’educazione finanziaria, tutta questa liquidità stipata sui conti correnti degli italiani non fa assolutamente bene.
Ma perché è così importante acquisire una maggiore consapevolezza in fatto di investimenti, opportunità e rendimenti? Per un semplice motivo: mantenere una liquidità esagerata sul conto corrente è un rischio. A maggior ragione in un periodo storico, come lo è quello attuale, nel quale l’inflazione galoppa.
E se da un lato il “tesoretto” rischia di essere eroso dal minor potere di acquisto del denaro, dall’altro acquisire una conoscenza degli strumenti alternativi al conto corrente può aiutare le imprese a rendere più solida la propria competitività (rafforzando anche la loro capacità di contrattazione con le banche) e le famiglie a gestire meglio i risparmi per fare fronte agli imprevisti dettati dall’emergenza.
Il risparmio, allora, può trasformarsi in un problema economico. Che, però, può essere risolto avvicinandosi al mondo della finanza con la giusta curiosità: quella che permette di trovare un equilibrio tra la propria propensione al rischio e i propri obiettivi di medio-lungo periodo. Per trasformare il proprio “tesoretto” in un investimento futuro strategico.