Investire contro la crisi: da consiglio degli economisti a possibile via d’uscita dalla recessione. Il ricamifico Galma S.n.c., zona industriale Sciaré di Gallarate, tre anni fa ha cambiato buona parte del parco macchine per un investimento di oltre 300mila euro. Soddisfatti? <Sì – dichiara il titolare Stefano Maffioletti, 46 anni, diploma in ragioneria, nato e cresciuto nell’impresa dei genitori – perché ci ha permesso di affrontare i cambiamenti del mercato. Nel 2000 siamo stati i primi in Lombardia ad installare una macchina a lavorazione laser ed un’altra per paillettes e nastrini. Un aiuto importante di fronte ad una crisi che ha reso la ricerca dei clienti più difficile e con le grandi marche che hanno aperto una concorrenza spietata tra gli imprenditori. Così i costi salgono e i compensi scendono, perché ogni capo “ricamato” a 50 centesimi si può trovare in negozio a 30 euro, a 100 o anche più. Ma questo è solo un esempio>.
Otto dipendenti, Cassa integrazione aperta (per un momentaneo problema occupazionale), dai 50mila agli 80mila pezzi prodotti in un anno, commesse di varia grandezza e lavorazioni che, ancora oggi, prediligono la manualità per il 70% e la tecnologia per il 30%. In archivio oltre 10mila disegni, <perché qui si soddisfa il cliente realizzando le sue idee o presentandogli creazioni del tutto nuove. Soprattutto per quanto riguarda la moda-donna con paillettes bicolore, mosaici, tessuti maculati con lavorazioni in rilievo date da nastri. La moda-bimbo, invece, è sempre più in diminuendo. La delocalizzazione ha colpito anche la provincia di Varese e ormai non lavoriamo più per Chicco, Pappa & Ciccia, Brums. In realtà non si lavora più neppure per Versace Young e Uomo>.
Galma non esporta, lavora per un cliente estero, vorrebbe esplorare altri mercati, da anni produce per Dolce & Gabbana. I rapporti con la banca, <banca di famiglia, con la quale dagli anni Ottanta ad oggi abbiamo acceso una quindicina di leasing e alla quale non abbiamo mai dato problemi>, sono ottimi. Però <il mondo del tessile è ai ferri corti: personalmente manchiamo di una struttura commerciale e il Made in Italy, così come è fatto, serve a poco (si dovrebbe parlare di “hand-made by italians”).
Le fasi di lavorazione di un prodotto – ancor più se di firma – dovrebbero essere tenute tutte in Italia, invece…La Cina, certo! Ma anche il Portogallo, la Turchia, la Tunisia, la Moldavia>. Come fare? <Ci si dovrebbe specializzare, innovare, fare ricerca e sviluppo. Ma realtà piccole come la nostra avrebbero bisogno di un vero “centro” dove si possa trovare assistenza per studiare nuovi prodotti e lanciarli sul mercato>.
Il punto a catenella e il punto-spugna non sono cambiati; lo sono invece i ritmi e le pretese dei clienti. Galma S.n.c. produce di tutto (dai costumi da bagno ai capi spalla, dalla teleria agli articoli promozionali e arredo casa), ha diversificato le proposte, ha spinto sul fattore creatività e professionalità. L’incognita “Governo”, però, stuzzica gli interventi di Maffioletti: <Oggi i lavoratori versano all’Inps il 30% per i contributi dei dipendenti, invece gli si dovrebbe permettere di versare un 10% all’Istituto e un 10% ad un’assicurazione privata a garanzia pensione. Il costo del lavoro è troppo oneroso, ma gli artigiani difendono l’occupazione. Il Governo lascia che la Cina ci invada e non agisce sulla concorrenza sleale, non taglia la spesa pubblica, non sostiene la competitività con mirate politiche di sviluppo>.
Si potrebbe “fare rete”, e alla Galma ci credono: <La collaborazione potrebbe risolvere tanti problemi, ma l’aggregazione tra ricamifici è impossibile. La crisi ha aumentato l’invidia tra colleghi, alcuni si “rubano” le commesse, altri – come accade tra la Galma e altre imprese tessili delle vicinanze – lavorano insieme, si passano gli ordini, si fanno più forti. Le uniche collaborazioni possibili sono quelle tra imprese di settori diversi o ricamifici specializzati in lavorazioni diverse dalle tue>. Oggi come oggi, non si butta nulla - <abbiamo accettato anche ordini per 700 euro spendendone in materiale 560> - e la passione per il “manufatto e il mestiere artigiano” resiste: <Se mio figlio volesse seguire i miei passi non avrei problemi, ma prima sarà bene che studi>.
RICAMIFICIO GALMA
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