SWG Steel Technology Srl
info@swgsrl.it
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«Non avrei mai aperto un’azienda se avessi dovuto lavorare solo con l’Italia». Così Febo Trasatti, socio con Tiziano Chiodin della SWG Steel Technology Srl e imprenditore che l’aria del mondo l’ha respirata e la respira.
Prima a Brescia, come responsabile dello sviluppo dei mercati in una realtà leader nella produzione di utensili da taglio e macchine segatrici circolari, poi come co-titolare di un’impresa fondata nel 2017: la SWG. «A quarant’anni ho fatto il salto», dice il quarantatreenne Febo mosso da una convinzione: «Dico sempre che c’è poco da inventare ma tutto da innovare. Sono partito da qui: nel mondo delle segatrici a disco, segatrici a nastro e degli impianti di taglio, nei quali opera la SWG, si usano macchine vecchie di venti o venticinque anni. Ci ho messo il naso, ne ho parlato con Tiziano, la vera anima meccanica e pratica di quest’impresa nata dalla sua pluriennale esperienza nel mercato delle lavorazioni, e siamo partiti. Con macchine che sono veramente il frutto della ricerca, della progettazione a tutto campo e dell’innovazione».
Nel mondo. Perché dopo soli quattro anni di vita, l’azienda di Oggiona con S. Stefano ha rivenditori in buona parte dell’Europa (Spagna, Portogallo, Germania, Inghilterra, Polonia), in Turchia e Algeria, in Ucraina e negli Stati Uniti. Anche l’Italia può dire la sua, ma «soprattutto nel campo degli utensili che si usano nelle isole di lavoro”.
E nel mondo la SWG si divide la torta dei mercati con altri due costruttori: «Abbiamo puntato su macchine di grosse dimensioni in grado di tagliare dai 230 millimetri di diametro fino ai 380. La misura standard oscilla tra gli 80 millimetri e i 150».
Grosse e all’avanguardia, come lo è la serie Ecopower: segatrici a disco che puntano al risparmio energetico. Con prestazioni di cui Trasatti va orgoglioso: «Solitamente, nel cuore centrale della macchina vengono posizionati motori dai 45 ai 55 kWh; qui siamo riusciti ad ottenere le stesse performance produttive e la stessa durata con motori da 15kWh». E si sta parlando di macchine che girano ventiquattro ore al giorno, ininterrottamente, per produrre parti utilizzate nel settore dell’automotive, della movimentazione terra e della torneria.
Ma il salto, Febo Trasatti lo ha compiuto anche per motivazioni etiche: «Ho scelto di aprire un’azienda familiare perché non mi è mai piaciuta l’idea di essere considerato un numero tra tanti. E non tratterò mai nessuno come se fosse un numero».
E’ anche per questo che l’imprenditore insiste sulle eccellenze che si fanno alla SWG e sull’importanza di «farsi ancora conoscere: i costi del prototipo della prima macchina li abbiamo sostenuti tutti noi, internamente. In banca ci sono andato, eccome, però per ottenere un finanziamento avrei dovuto presentare i bilanci dei prossimi due anni».
Bilanci che, nonostante il Covid e nonostante qualche oscillazione, hanno retto. E ora il credito c’è. Perché Febo appartiene a quella cerchia di imprenditori che vivono per la propria azienda. E quando si parla di vita, si parla di tempo: fino alle 3 del mattino Trasatti progetta e disegna. Si porta a casa il lavoro e pensa non a quello che dovrà fare il giorno dopo, ma la settimana seguente. D’altronde, dice, «se fai un lavoro che ti piace non è lavoro».
La moglie Jenny lo sa, ma la titubanza ha quasi preso il sopravvento quando il marito le ha detto che avrebbe aperto un’azienda tutta sua: «Sapevo di questo suo sogno e così ne sono stata coinvolta. Però, una cosa è certa: durante le ferie gli sequestrerò il cellulare». Jenny è la “calcolatrice” della famiglia ed è una figura che ha dato ossigeno a Febo: «Nel primo anno di azienda ero solo e progettavo la SWG del futuro: in tanti non mi hanno fatto mancare stimoli, sollecitazioni e complimenti. Dopo un anno e mezzo, però, ho scoperto il peso della burocrazia italiana sulla gestione aziendale. E qualche volta ho dimenticato di inviare le RiBa, le ricevute bancarie, ai miei rivenditori. Correre ai ripari era il minimo che potessi fare».
La motivazione è al massimo, le idee non mancano, i progetti prendono forma e i modelli di macchine sui quali puntare, tutti predisposti per Industria 4.0, sono già cinque. Per combattere la concorrenza anche di Taiwan e Cina. Azienda giovane, la SWG, in grado però di strappare un contratto esclusivo con una grossa azienda in soli sei mesi e ormai lontana dal considerarsi una start up. Anche se, dice Febo Trasatti, «noi non ci consideriamo affatto. Stiamo crescendo ma la strada è ancora lunga. I servizi che diamo sono uguali a quelli che potrebbe fornire una grande industria e crediamo tantissimo nel lavoro di squadra. Però, non più di tre persone”.