
Serramenti Finazzi
info@finazziserramenti.it
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Quarantadue: è il numero magico della Finazzi Serramenti Srl di Azzate. Tanti sono i collaboratori di questa azienda che ha compiuto quarant’anni di vita e già si prepara a festeggiare il mezzo secolo. Una finestra sul mondo fatta di passione, istinto, temerarietà.
Età media quarantacinque anni: chi in produzione, chi nell’ufficio amministrativo e in quello tecnico, due squadre di posatori, un esercito di artigiani esterni legati, alla Finazzi, dagli stessi obiettivi. Che poi sono quelli della qualità, della professionalità e della relazione umana perché, dice Fabio Giacobbo, «i clienti li portiamo in fabbrica per vedere e toccare con mano come nascono i loro prodotti». Ma fosse solo questo, non si capirebbe perché questa realtà così stimolante riesca a realizzare seimila serramenti all’anno.
La finestra sul mondo è quella che aiuta il cliente ad orientarsi in un mercato dove oggi, continua Giacobbo, «c’è tensione e pressione. Ma anche molta confusione a livello normativo». La riflessione porta al tira e molla che in questi ultimi tempi ha interessato il Superbonus 110%: «I lavori fatti sulla base di questa agevolazione fiscale cubano sul fatturato per un 5% e lo sconto in fattura ha fatto aumentare gli ordini. Ma ciò che si fa qui non si chiude semplicemente sulla scelta di un serramento: ciò che ci ha fatto fare il salto è l’assistenza continua, post-vendita, che diamo a chi vuole prendersi cura della propria casa».
Tutto passa da una comunicazione diretta, trasparente ed efficace perché se internet, da un lato, ha esteso le possibilità di ricerca e rende l’acquirente sempre più informato, dall’altro rende semplice ciò che non sempre lo è: «Abbiamo una storia da raccontare, e vogliamo che il cliente se ne renda conto. Entrare nel vivo di un’azienda è qualcosa che sfugge alla rete». E’ quella strana sensazione di operosità che alla Finazzi si respira ovunque, «perché il mercato italiano è del tutto particolare: c’è ben poco di standard nelle richieste che ci vengono fatte, ed è in questo che sta il nostro valore artigiano».
Fabio Giacobbo ripete, spesso, la parola “artigianalità” perché sa che assume un significa unico di fronte agli squilibri generati dall’aumento dei prezzi delle materie prime: «Il nostro lavoro tipo è la villetta e il cliente privato, ma oggi si ha quasi paura a sottoscrivere un contratto: aggiorniamo continuamente i listini, ma i rincari li assorbiamo noi. E nelle produzioni al di fuori dello standard, i materiali non vengono più consegnati in quattro settimane ma in sette».
E’ una questione di organizzazione e di guardare, attraverso quella finestra che è la Finazzi, un mondo che fa leva sulla digitalizzazione e sulla sostenibilità. Dopo tutto, il Superbonus 110% nasce per questo: puntare all’efficientamento energetico del parco immobiliare italiano significa risparmiare energia. All’organizzazione si affianca la sensibilità: la Finazzi non solo ha ricoperto il tetto dell’immobile con un impianto fotovoltaico di 50 KWh, ma si è anche certificata Leed per la posa in opera dei serramenti in linea con un approccio orientato alla sostenibilità. Serramenti eco-compatibili con un’attenzione del tutto particolare al ciclo di vita del prodotto.
In questa azienda pulsano cuori giovani e motivati. Come lo è quello di Fabio, che ha realizzato con suo padre un passaggio generazionale graduale e «per nulla difficile. Le responsabilità in azienda le si è acquisite negli anni e ognuno ha i suoi compiti. La vera svolta è avvenuta undici anni fa quando noi giovani abbiamo iniziato a gestire l’attività amministrativa della Finazzi. Poi è arrivato un capannone nuovo di 4mila metri quadrati, nel 2012 lo show room ad Azzate e nel 2016 quello di Busto Arsizio. Che ora chiuderemo per acquisirne un altro di nostra proprietà».
Lo “spirito del fare” è una miscela di consapevolezza, capacità e intuito. Ed è proprio su questo che si muove l’azienda di Azzate: «Dalle sette del mattino alle sette di sera sono sempre qui – incalza il giovane imprenditore - Tra il 2019 e il 2020 abbiamo perso 60mila euro di fatturato, ma puntiamo sulla solidità dell’azienda: il rapporto con le banche è ottimo, la partnership con la tedesca Veka (che produce avvolgibili e profili di costruzione in Pvc) dà sicurezza, il ferro proviene da Germania e Italia. Siamo europei».