Strategie contro il caro-energia: ecco perché il fotovoltaico è a portata di imprese

Strategie contro il caro-energia: ecco perché il fotovoltaico è a portata di imprese
Settimana per l'energia fotovoltaico Gallarate

Il caro-energia preoccupa le imprese, il fotovoltaico è un'opportunità da sfruttare. Conviene, anche al di là degli incentivi, per ridurre il peso della “componente fossile” in bolletta. Confartigianato Varese e Lomellina con Artser a confronto, nell'ambito della Settimana per l'Energia, con gli imprenditori nella sede di Gallarate per capire se la scelta di installare i pannelli fotovoltaici può davvero essere parte di quella strategia di abbattimento dei costi energetici che ogni impresa oggi sta implementando.

«Gli imprenditori sono molto preoccupati – ammette Antonella Imondi, consulente energia di Artser - il mercato dell'energia è cambiato, i prezzi sono lievitati, con bollette stratosferiche, e purtroppo non ritorneremo ai valori del 2021. Siamo passati in pochi mesi da 60 euro/MWh a 260 euro, con impennate fino a 450 e anche 600 euro, mentre ora i prezzi sono scesi a 224 euro. Ma non illudiamoci che duri tanto. Quando arriverà il freddo e aumenteranno i consumi di gas, c'è il rischio di una nuova impennata. Per questo serve un intervento dei governi e dell'Unione Europea».

TRE MESI PER UN IMPIANTO

Settimana per l'energia fotovoltaico Gallarate

Nell'attesa che la politica faccia la sua parte, ciascun imprenditore deve guardare al proprio vantaggio pratico. «Gli incentivi in questo momento sono inutili - rivela Davide Macchi, presidente di Confartigianato Impiantisti Elettricisti - il fotovoltaico si ripaga già da sé, e ha senso di esistere anche senza incentivi. Ma occorre attendere non meno di tre mesi per installare un impianto». La corsa all'energia dal sole è già iniziata: «È boom di richieste, tanto da non riuscire a stare dietro con i preventivi - fa notare Roberto Gaviglio, impiantista e vicepresidente di Confartigianato Lomellina - lo vogliono tutti e subito, ma i materiali sul mercato sono scarsi: per i pannelli ci vogliono un paio di mesi per la consegna, per gli inverter si va già al 2023». Per chi è interessato, occorrono però cautela e attenzione: «Serve un tecnico specializzato che sappia montare l'impianto e assistervi nelle pratiche, ora e per i prossimi 20 anni di ciclo di vita. Chi si affida all'improvvisazione rischia di rimanere con un impianto che funziona sì e no».

LA TESTIMONIANZA DEGLI IMPRENDITORI

Settimana per l'energia fotovoltaico Gallarate

C'è chi questa scelta la ha già compiuta prima che arrivasse la crisi energetica. E oggi non è pentito, anzi. «Spinti dal conto energia abbiamo accettato la proposta, e il rischio, di installare un impianto fotovoltaico - racconta Luca Lavarra, imprenditore di Montegrino Valtravaglia, che già più di dieci anni fa ha compiuto la scelta del sole - agli inizi, non un grosso vantaggio dal punto di vista energetico. Ma il ritorno c'è stato: dopo aver ripagato l'impianto e gli interessi del mutuo in 8 anni, incentivi iniziavano a cubare sui nostri conti. E nell'ultimo anno drammatico, il nostro impianto da giugno a settembre contribuisce per il 50-55% del nostro fabbisogno (con lo scambio dalla rete di notte). In media negli ultimi dieci anni ha pesato per il 35% ogni anno sui nostri consumi di energia». Anche Silvano Migliavacca, titolare della Silpier, azienda metalmeccanica mediamente energivora della Lomellina, rivendica l'investimento fatto nel 2019: «Prima abbiamo sperimentato il fotovoltaico nelle nostre abitazioni, poi abbiamo deciso di farlo anche in azienda, quando i contratti del Gse erano meno convenienti rispetto all'epoca del conto energia, ma anche il peso dei costi di installazione era diminuito. È stata una soluzione vantaggiosa: l'impianto è in funzione dai primi mesi del 2020, poco prima dell'ondata di aumenti, e ora è enormemente proficuo. Da un ammortamento in 5-6 anni, ai costi energetici attuali il tempo si è dimezzato».

UNA GARANZIA DI STABILITA'

Testimonianze che dimostrano “sul campo” le grandi potenzialità dell'investimento nel fotovoltaico. Una necessità anche per il sistema Paese e per l'Europa: «Avere l'energia basata su un combustibile e pagarla per quanto ci costa il combustibile è un modello non sostenibile - rivela Davide Chiaroni, direttore del team multidisciplinare Energy&Strategy della School of management del Politecnico di Milano - bisogna passare a un modello in cui si pagano gli investimenti negli impianti invece del combustibile. Una volta fatto l'investimento, la produzione energetica è garantita per il ciclo di vita dell'impianto ad un costo stimabile per l'intera durata». Garanzia di stabilità a fronte dell'incertezza del momento. E infatti il consiglio dell'esperto è di «fare i conti sulla redditività dell'investimento senza calcolare l'incentivo. Occorre massimizzare l'autoproduzione e l'autoconsumo, e quella è la chiave per un sistema che si ripaga da sé». Eppure gli incentivi non mancano: quelli alla produzione del decreto Cingolani, quelli per le comunità energetiche («la micro e piccola impresa associata al contesto residenziale è il soggetto ideale in cui si bilanciano momenti di distribuzione e consumo nell'arco della giornata» rivela Chiaroni), fino al bando sull'efficientamento di Regione Lombardia in partenza in questi giorni.

PREZZI ALLA MANO: CONVIENE

Settimana per l'energia fotovoltaico Gallarate

I numeri parlano chiaro: «Oggi il costo dell'energia prodotta con il fotovoltaico è di 40-50 euro/Mwh, mentre la componente energia dell'elettricità è arrivata fino a 500 euro» fa notare l'esperto del Politecnico. «E i pannelli, che nel 2008-2009 costavano come un'utilitaria, oggi sono accessibili». Si parla di prezzi tra i 1600 e i 2200 euro per ogni Kilowatt a seconda della taglia di investimento previsto. Difetti? Al di là della burocrazia, «il vero rischio è nella progettazione e installazione - spiega Chiaroni - la tecnologia del fotovoltaico è ormai talmente matura che non è ragionevole aspettarsi un cambiamento significativo in futuro». L'investimento viene sconsigliato dagli impiantisti «solo a quelle aziende che, per via dei tetti in ombra o con esposizione scarsa - fa sapere Davide Macchi - non riescono ad avere le potenze attese».

«Qualche dubbio rimane» al presidente di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli. «Se la sostenibilità energetica con le fonti alternative sarà garantita, perché anche con tutto il fotovoltaico, l'eolico e l'idroelettrico non penso arriveremo all'autosostenibilità, e quali saranno i problemi di smaltimento di pannelli e batterie». Su questo fronte la tecnologia sta già dando risposte: «I pannelli di ultima generazione sono riciclabili tra il 95 e il 98% e sul silicio la ricerca sta approfondendo soluzioni per recuperarlo - spiegano gli esperti – l'unico vero limite del fotovoltaico oggi è lo stoccaggio».

Attualmente sono 1 milione e 247mila gli impianti installati, di cui solo 80mila nella fascia sopra i 70-80 KW. Anche perché l'Italia, dopo il “boom” del 2011 («10 GW installati, superando gli 8 della Germania») il ricorso al fotovoltaico è crollato sotto un Gigawatt all'anno, per tornare a superare quella soglia nel 2021, mentre invece la Germania ha mantenuto una media tra gli 8 e i 12 GW installati all'anno. Un'opportunità da cogliere: «È vero che i pannelli fotovoltaici sono fatti in Cina, ma anche gas e petrolio non li produciamo noi - il prof. smonta l'obiezione più classica sul tema - e l'impatto della generazione distribuita è tre volte superiore alla ricaduta degli impianti centralizzati che producono da fonti fossili. L'autarchia energetica scordiamocela, ma se possiamo installare, manutenere e gestire localmente gli impianti, il fotovoltaico ha un senso».