Un punto fermo nell’era del cambiamento

Un punto fermo nell’era del cambiamento

Può sembrare uno slogan, ma è la fotografia della realtà. Stiamo tutti cercando di cavalcare l’onda del cambiamento. Un’onda alta come non mai, un’onda che viene da lontano, un’onda che rischia di travolgere chi non trova un pur piccola strategia per affrontarla. In un breve arco di tempo ci siamo trovati ad affrontare almeno quattro cambiamenti strutturali che hanno interessato la nostra vita, il nostro lavoro, le nostre relazioni sociali. Improvvisa e imprevista è arrivata la pandemia.

L’emergenza Covit 19 ci ha fatto drammaticamente scoprire la nostra fragilità e l’esigenza di una più attenta gestione dei beni comuni, in primo luogo per la sanità, ma poi altrettanto importante, per l’istruzione. E il lockdown ha accelerato due tendenze che stavano comunque già avanzando grazie ai progressi tecnologici: lo smart working, il lavoro e gli incontri da remoto, e l’e.commerce, gli acquisti a distanza scoprendo nuove opportunità. C’è poi un cambiamento meno evidente, apparentemente sotto traccia, un cambiamento destinato ad avere un’incidenza sempre più significativa.

E’ quella che sommariamente viene chiamata “intelligenza artificiale” e che è l’insieme dello sviluppo esponenziale delle capacità di calcolo, di memoria, di elaborazione e di comunicazione delle “diavolerie” elettroniche. E in questa dimensione mentre si espandono le potenzialità operative diminuiscono le dimensioni aprendo lo spazio alle più diverse specie di robot. Emergenza sanitaria, smart working, e.commerce, intelligenza artificiale: quattro elementi che, insieme e più di tanti altri, caratterizzano l’evoluzione della società in questi primi decenni del secolo.

Elementi che tuttavia ripropongono con chiarezza e determinazione un punto fermo nell’era del cambiamento: la centralità della persona, non solo come valore da difendere, ma soprattutto come punto di riferimento. Una persona chiamata a muoversi con responsabilità e capacità critica di fronte alle dinamiche economiche e sociali. Nella convinzione che per riprendere la strada dello sviluppo le conoscenze tecniche dovranno essere guidate da quei valori che solo la sensibilità, le emozioni, la passione delle persone possono realizzare. In una società capace di valorizzare la creatività, la qualità, il gusto del bello. Un impegno che parte dalla persona, ma che non può che realizzarsi nelle relazioni e quindi nella dimensione sociale. We the people, sono le prime parole della Costituzione americana.

Ognuno di noi, nella sua specifica realtà, è il protagonista della società. Nel nuovo mondo sarà sempre più necessario che la prospettiva individuale e quella sociale si muovano su percorsi fortemente intrecciati. Con l’impresa che diventa uno snodo essenziale, così come la scuola, le associazioni, la politica, per dare quella risposta etica che il più sofisticato algoritmo non riuscirà mai a creare.

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