Come essere visibili sui media, sui social e sul web dove le persone sono letteralmente travolte dalle notizie, dalle condivisioni di migliaia e migliaia di informazioni ogni giorno? Ecco alcuni consigli di Silvia Ravazzani, professore associato di Economia e gestione delle imprese presso l’università Iulm, che indica quali azioni le devono compiere in questo ambito per avere visibilità sui vari media.
1. Media locali e nazionali:
- “SEDURRE” IL GIORNALISTA: Studiare e approcciare i singoli giornali e giornalisti per comprendere i loro interessi, il tipo di audience, cicli produttivi, e gestirne la relazione anche dopo l’invio dei materiali per sollecitare la pubblicazione della storia aziendale o per capire i motivi per cui i materiali forniti non siano stati utilizzati e riproporre, quindi, un’alternativa.
- NOTIZIABILITA’ - Scegliere e impostare i contenuti forniti a giornalisti affinché siano di interesse. In particolare, un contenuto notiziabile dovrebbe essere personalizzato per il particolare giornalista/giornale e incorporare caratteristiche come originalità, chiarezza, emozionalità, prossimità (geografica o in funzione di caratteristiche sociodemografiche del target).
- MIX: Costruire un media mix che comprenda anche radio, televisione, agenzie di stampa, media digitali e gli influencer dei social media.
2. Social:
- INFLUENZARE GLI INFLUENCER - Curare la relazione con influencer quali esperti locali e opinion che consideri il target di riferimento, l’obiettivo di comunicazione da raggiungere, la coerenza con il brand/azienda e i suoi valori, il potenziale di coinvolgimento e di conversioni.
- DIPENDENTI PRIMI COMUNICATORI - Fare leva sui dipendenti stessi come portavoce dell’azienda, ambasciatori visibili e credibili dei valori e delle buone pratiche, all’interno dei network personali, così come di quelli professionali (ad esempio, LinkedIn).
3. Web:
- AZIENDE BLOGGER - Prevedere delle piattaforme proprie, come il sito aziendale per la comunicazione istituzionale, da aggiornare costantemente per offrire contenuti nuovi e rilevanti, in linea con l’evoluzione delle strategie e dei mercati.
- PAGARE PER AVERE: Ciò va affiancato a forme pubblicitarie online (come il pay-per-click advertising) e a iniziative volte a generare engagement organico, passaparola positivo, menzioni e condivisioni sui social media.
Sempre Ravazzani, sottolinea quali errori evitare nell'ambito della comunicazione di imprese per non “buttare via” il proprio tempo e non nemmeno ricevere visibilità. Purtroppo, va detto questi errori capitano frequentemente e, spesso, si cerca il colpevole altrove. Quando, invece, sarebbe il caso di fare una profonda autocritica e, magari, per comunicazione affidarsi a un professionista.
- SPEZZATINO VIETATO: Non prestare attenzione all’integrazione della comunicazione, portando avanti una serie di iniziative frammentate e scoordinate che contribuiscono solo a incrementare una cacofonia di messaggi incoerenti a danno dell’immagine del brand e dell’azienda;
- COPIA E INCOLLA? NO GRAZIE: Replicare gli stessi messaggi su diversi media/piattaforme e verso tutti gli stakeholder indistintamente, senza riflettere su come adattare il messaggio alle caratteristiche del mezzo e del target;
- TELL IT FIRST, ALL and TRUE: Non dare priorità alla comunicazione interna, soprattutto in caso di crisi o cambiamenti aziendali di rilievo, con il rischio che le informazioni vengano fornite prima a giornalisti, media o altri interlocutori esterni e che questo crei malcontento e disallineamento interno.
Infine, la professoressa Ravazzani lancia uno sguardo ai prossimi media che la comunicazione d'impresa deve cominciare a presidiare e “attenzionare”.
- A OGNUNO IL SUO SOCIAL: Puntare sui social media quali piattaforme di comunicazione efficaci grazie alle possibilità di comunicazione non intermediata, interattiva e informale, ai minori costi, alla visibilità presso pubblici ampi ed eterogenei. In funzione degli interlocutori e degli obiettivi che si vogliono raggiungere, ciascuna azienda dovrà scegliere le piattaforme social più adatte, che non sono necessariamente le più nuove e di moda. Per esempio, TikTok è una piattaforma che sta crescendo moltissimo ma è indicata in particolar modo alle aziende che si rivolgono a interlocutori molto giovani. A prescindere dalla piattaforma, è necessario comunque puntare su velocità, linguaggi visivi e forme video che stanno oramai diventando i linguaggi più apprezzati.
- NOVITA’: Sfruttare le nuove piattaforme mediatiche che si sono imposte durante la pandemia, per esempio quelle utili per gestire eventi virtuali o ibridi per fiere, festival, presentazioni di prodotti ecc., che consentono minori costi, maggiore capacità di superare barriere geografiche e un impatto più sostenibile anche dal punto di vista dell’ambiente e delle risorse.
In conclusione, «un’impresa, piccola o grande che sia – chiosa la docente - può essere concepita come un sistema aperto e complesso che interagisce continuamente con un macrosistema esterno altrettanto articolato che ne condiziona l’attività sulla base di una pluralità di fattori economici, politici, sociali e culturali. La recente pandemia ha reso ancora più evidenti le delicate interconnessioni tra sistemi, valori, persone. Il successo di un’impresa risiede nella sua capacità di instaurare relazioni positive con tutti i propri stakeholder, cioè con tutti i soggetti portatori di un interesse verso l’azienda stessa, di far conoscere e gradire i propri prodotti e servizi, di posizionarsi in maniera distintiva rispetto ai concorrenti, di costruire un’immagine solida che le faccia da scudo anche in caso di crisi ed eventi negativi, di farsi carico delle istanze sociali e ambientali della società in qualità di “buon cittadino aziendale”. Solo la comunicazione d’impresa può dare supporto e risposta concreta a tutte queste sfide attraverso una gestione organizzata e strategica delle relazioni e della reputazione aziendale».