Le domande giuste per assumere: guida al colloquio d'assunzione alla exit interview

Le domande giuste per assumere: guida al colloquio d'assunzione alla exit interview

Assumere le persone giuste per un'azienda è una sfida costante. Trovare candidati che abbiano le competenze, le attitudini e i valori adatti al ruolo e all'azienda richiede un approccio oculato e una buona preparazione da parte dei responsabili del processo di selezione. Ne abbiamo parlato nel webinar "Le domande giuste per assumere le persone giuste: missione possibile?" con gli esperti Enrico Zanieri (executive coach, project manager e business consultant) e Davide D'Ambrogio (career coach e consulente HR).

SERVONO LE DOMANDE GIUSTE

Partiamo da un elemento centrale: porre le domande giuste durante un colloquio di selezione può fornire importanti indicazioni sulle capacità dei candidati. Uno dei suggerimenti chiave è quello di creare scenari plausibili in cui i candidati siano messi alla prova nel problem-solving. Ad esempio, un imprenditore potrebbe presentare un problema attuale dell'azienda e chiedere al candidato come affronterebbe la situazione. Questo tipo di domanda permette di valutare la capacità di ragionamento del candidato, la sua iniziativa nell'affrontare il problema e la sua capacità di analizzare il processo per individuare eventuali errori.

SERVE PREPARAZIONE, NON SOLO DA PARTE DEL CANDIDATO

È fondamentale, poi, che i responsabili del processo di selezione si preparino adeguatamente prima dei colloqui. Studiare il profilo del candidato e avere chiare le caratteristiche desiderate per la posizione sono passaggi essenziali per porre domande mirate. Un'ulteriore strategia è quella di porre domande che consentano di valutare competenze trasversali come il lavoro di squadra, la comunicazione e la gestione del tempo. Queste domande spostano la prospettiva del candidato, inducendolo a risposte più genuine e istintive rispetto alle domande classiche. Importante è anche l’ascolto proattivo, che richiede totale concentrazione sui candidati, senza distrazioni esterne. Ogni sfumatura di risposta, sia verbale che non verbale, può fornire preziose informazioni sul candidato. L'ascolto attivo e generativo permette di creare uno scambio trasparente e solido, consentendo ai responsabili del processo di selezione di prendere decisioni più informate. Oggi l’ascolto attivo risulta ancor più determinante, in un contesto in cui i candidati devono essere in linea non solo con il ruolo, ma anche con i valori e la visione dell'azienda. È essenziale che i responsabili del processo di selezione siano presenti e concentrati durante i colloqui, cercando di percepire le sfumature che possono rivelare l'adeguatezza del candidato all'azienda.

IL BINOMIO TRA LAVORO E VITA PRIVATA

La questione del bilanciamento tra vita e lavoro e il rischio di burnout sono argomenti cruciali nella gestione del personale. Durante un colloquio, è importante porre domande efficaci per capire quanto il candidato sia in grado di gestire adeguatamente questa sfida. Le domande dovrebbero indagare sulle preoccupazioni della persona riguardo al bilanciamento tra vita e lavoro, cercando di capire cosa influenzi il suo pensiero positivo e come gestisca momenti di stress o alta intensità. È inoltre importante chiedere al candidato cosa ha fatto o pensa di fare per gestire tali situazioni e se ha utilizzato strategie efficaci in passato.

EXIT INTERVIEW: DI COSA SI TRATTA?

Alle volte sottovalutata, l’exit interview rappresenta un alleato prezioso per l’azienda. Si tratta di un colloquio finale con un dipendente che decide di lasciare l'azienda. Questo tipo di intervista è fondamentale per capire cosa non funziona all'interno dell'azienda e migliorare sia la permanenza dei dipendenti che la qualità del lavoro. È consigliabile condurre l'exit interview il prima possibile, in modo da ottenere risposte sincere e avere una visione oggettiva dei motivi dell'uscita. È importante affrontare questo come un momento di crescita e non come un'offesa personale, cercando di raccogliere feedback sia positivi che negativi per migliorare come azienda.

OBIETTIVO PRIMARIO: MIGLIORARE

Evidente, alla luce di tali considerazioni, è l'importanza di affrontare queste situazioni in modo etico e proattivo, cercando di comprendere le persone nel loro contesto e utilizzando le informazioni raccolte per il miglioramento continuo. Anche se si ricevono feedback negativi, è essenziale prendere tutto come una visione soggettiva e non personalizzare le critiche. L'obiettivo è ottenere una prospettiva più ampia e lavorare per migliorare, se necessario, gli aspetti segnalati.

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