Materie prime, programmare per sopravvivere: la ricetta degli esperti

Materie prime, programmare per sopravvivere: la ricetta degli esperti
Materie prime ed energia Item

Indicazioni su strategie d’impresa e soprattutto una lettura lucida dell’argomento più affascinante di tutti, il futuro. Programmarlo al meglio può essere il fattore determinante per la sopravvivenza (o meno) della propria azienda soprattutto in questi tempi difficilissimi, in cui al blocco economico dovuto alla pandemia è seguito un aumento stratosferico dei prezzi di molte materie prime.

Due ospiti brillantissimi: Barbara Gaudenzi, professoressa associata di economia aziendale all’università di Verona e Alessandro Giraudo, che insegna Finanza internazionale e Storia economica della finanza in una Grande Ecole di Parigi, ed anche autore di 17 saggi a tema. Uno per tutti: “Storie straordinarie delle materie prime”, edito da Add. Loro hanno illuminato l'Item di mercoledì 16 marzo (sotto il video). «La corsa delle materie prime, e la progressiva riduzione della disponibilità – è la presentazione dell’incontro – sta diventando un problema di dimensione immane per le imprese, anche in conseguenza del conflitto russo-ucraino. I prezzi crescono e la disponibilità cala: che fare?».

PREZZI IN SALITA E STABILI AL RIALZO

I numeri non mentono mai, e quindi neanche questa volta. La benzina, l’aumento più visibile, è schizzata in pochissimi giorni a 2,30 euro al litro. Il gas costa 114 euro/megawattora. L’energia elettrica è salita del 55 per cento, come costi. Il palladio, materia prima fondamentale, addirittura dell’80, il nickel del 100 e via dicendo. «I prezzi – ha esordito la professoressa Gualtieri – sembrano destinati a rimanere alti per mesi, ma è difficile fare previsioni. Oggi siamo attanagliati da una speculazione su cui non è possibile dare una lettura sugli sviluppi, tenendo anche conto della situazione drammatica a livello geopolitico. Paradossalmente, grazie ai modelli statistici robusti, è più facile dare letture a lungo termine. Si scopre così che in vent’anni i prezzi sono triplicati, per effetto di variabili che è possibile stimare. Il tema della previsione è molto importante e si discosta da una gestione temporanea di volatilità drammatiche». Come, ad esempio, la guerra.

GAS SALITO DI 20 VOLTE

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Ma come è nata la nostra dipendenza dal gas? Giraudo, brillantissimo: «Negli ultimi 20 mesi il prezzo del gas è salito di 14 volte. Una maggiore domanda partita dal mondo cinese, che ha deciso per ragioni ecologiche di ridurre il carbone. Il gas lo vediamo sul fornello, ma è una materia essenziale anche per produrre i concimi l'idrogeno (che non si fa con l'acqua, a meno di non voler ottenere energia inferiore). Il gas sarà la materia prima fondamentale, più del petrolio. La Russia e gli Usa producono il 40 per cento del gas mondiale, e non il Medio Oriente, come si crede. Nei prossimi 5 anni forse riusciremo a ridurre questo fabbisogno del 50 per cento, sempre col ritorno del carbone pregiato come l’antracite».

Non c’è dubbio che l’andamento dei costi delle materie prime abbia un impatto enorme sulla redditività aziendale soprattutto nei settori a bassa marginalità, dove il guadagno è già basso e dove quindi è difficile riassorbire lo shock. «I contratti con i fornitori – chiarisce Gaudenzi – sono uno strumento, tramite clausole di escalation (condivisione del rischio) per condividere l'effetto non prevedibile dell’aumento prezzi. O ancora, contratti a lungo termine possibilmente con clausole a prezzo fisso che permettano di appiattire l'effetto volatilità. Fare acquisti anticipati è un altro rischio da prendere. Non per tutti i settori, ovviamente: in quello del food è impossibile. Scegliere fornitori da tante parti geografiche, infine, può salvare la vita. Immaginate cosa accadrebbe, ed è successo davvero, a chi sceglie un unico fornitore al mondo e quel fornitore è di Wuhan, dove è scoppiato il Covid prima di conquistare il pianeta». Serve anche un piano di integrazione tra acquisti e produzione per diversificare le materie prime e non dipendere solo da un materiale che può finire, o diventare irreperibile o troppo costoso.

LE "LUNE" DELLA LOGISTICA E LA PREVISIONE

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Un altro problema amplificato dal carovita è la gestione della logistica, ripartita a fatica dopo l’ondata pandemica. «La crisi del canale di Suez dello scorso anno – spiega Giraudo – quando il canale rimase bloccato da una portacontainer, è stata risolta… dalla Luna, che tramite la sua influenza sulle maree ha alzato il livello dell’acqua e ha limitato il grosso problema che ha bloccato 442 navi. Tutti i governi hanno deciso di schiacciare il tasto 'pausa', durante il Covid, adesso hanno sbloccato e son tutti ripartiti, ma con il ciclo ancora inceppato. Nei prossimi mesi avremo una ripresa dei flussi normali nonostante, io temo, una recrudescenza del virus». «Gli effetti di eventi critici – ha aggiunto Gaudenzi – si amplificano e diventano distorti nel momento in cui le istanze sono elevate. Il costo del gas ha un ovvio e forte impatto anche sui costi del trasporto, con un effetto a catena complesso. Più siamo globali, più è veloce la cascata su tempi e servizi quando qualcosa va male. Bisogna, per quanto possibile, organizzare modelli di previsione».

LA SOLUZIONE E' LA SUPPLY CHAIN

Nessuno ha la sfera di cristallo (come ha sottolineato Alessandro Giraudo) e quindi è difficile prevedere con esattezza quali materie prime potrebbero aumentare ancora, come costo. Probabilmente il palladio: la Russia ne produce il 60 per cento al mondo. Poi il grano, che non manca – anzi, è ben custodito nei granai – ma sul quale sta avvenendo una forte speculazione portata avanti da “esperti del mestiere” con dei modelli in grado, quelli sì, di prevedere il futuro. La soluzione, così ha spiegato la professoressa Gaudenzi, è la “supply chain”, la catena di approvvigionamento, il processo che permette di portare sul mercato un prodotto o servizio, trasferendolo dal fornitore fino al cliente. Si tratta pertanto di un processo complesso che coinvolge più figure professionali, attivando numerosi processi dell'ecosistema-impresa: dal flusso di materie prime legato ai processi di produzione, fino alla logistica distributiva che provvede a far arrivare il bene acquistato al cliente. Le associazioni di categoria offrono dei report di analisi sull’andamento dei prezzi

Infine, il mercato è anche geopolitica. E chi meglio di Giraudo per spiegarlo. «I russi – conclude – hanno capito che sul piano militare non sono più quelli del passato. Hanno scelto di prendere accordi sulle materie prime con paesi importanti come la Cina. Gli americani frattanto stanno mostrando empatia con l'Iran, “nemico pubblico numero uno” fino all’altro ieri. Andremo forse verso una concentrazione di produttori che possono dare fastidio all'Europa. Per noi c'è l'Africa, forse il più grande produttore potenziale di materie prime nel futuro, sulla quale ci affacciamo. Infine se fossi nell’Italia farei una corte sfrenata all'Australia».

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