Dazi, geopolitica e qualità: ricette anti rincaro di energia, gas e materie prime

Dazi, geopolitica e qualità: ricette anti rincaro di energia, gas e materie prime
Materie prime

Molti con incredulità, nei giorni scorsi, hanno letto sulle testate nazionali di come, nel Regno Unito, scarseggi l’acqua frizzante: colpa dell’aumento folle dei prezzi del gas durante l’estate, che ha portato alla carenza di anidride carbonica nell’isola. Oppure, e sono problemi molto più seri rispetto all’assenza di un genere voluttuario, i tantissimi settori che fanno fatica a reperire materie prime. La conseguenza è il rincaro. Alcuni esempi: tra novembre 2020 e luglio 2021, ha registrato un aumento del 243%, il polietilene del 128%, il gas naturale del 113,7%, il legname di conifere del 76,1%, il bitume del 25,2% e il cemento del 10%.

Tre esperti hanno spiegato come reagire, come affrontare la situazione, come adeguarsi. Sono stati gli ospiti dell’ultima diretta Item d'impresa di Confartigianato Varese, martedì 21 dal titolo “Materie prime – la tempesta perfetta che non si ferma più”. Ne hanno discusso Antonio Belloni,consulente aziendale, Gianclaudio Torlizzi, esperto di materie prime e fondatore di T-Commodity e Federico Caniato, docente di ingegneria gestionale al Politecnico di Milano.

LA QUESTIONE DAZI

Dazi, chi li toglie e chi li aumenta. Rincari, e problemi di approvvigionamento. Sfide a cui ogni parte in causa (Stati, aziende, cittadini) reagiscono come possono. Per ora, e accade spesso, sembra pagare soprattutto la gente. Cosa fare se i prezzi aumentano? In genere niente: pagare di più, e basta. Come ha sottolineato il professor Caniato, negli ultimi mesi la situazione rispetto al 2020 è addirittura peggiorata, essendosi esteso l’elenco delle materie prime meno reperibili, o più costose, o più lente da trasportare. Settori più colpiti: edilizia, o elettrodomestici. E poi ovviamente il gas, che serve sia per dare le bollicine all’acqua minerale, sia per scopi molto più universali. Il piano climatico dell’Unione Europea, che punta a ridurre le emissioni, causa indirettamente l’innalzamento dei prezzi del gas naturale. Contestualmente la Cina, volendo ridurre la produzione di carbone sempre per motivi ambientali, è sempre di più in cerca di gas naturale liquefatto entrando in concorrenza con l'Europa.

L’Italia (lo spiega Torlizzi) è in forte disagio non avendo materie prime, una carenza secolare che ne ha da sempre condizionato la storia. Si trova in mezzo, come al solito. Da una parte gli Stati Uniti, dove i prezzi dell’acciaio sono stati gonfiati al rialzo. Dall’altra la Cina, che mantiene ampia l’offerta sul suo mercato ma disincentiva ad esportare. Poi la protezionista Europa. Ma l’acciaio è solo un esempio.

LE POSSIBILI SOLUZIONI

Materie prime

Quale strategia? Per le piccole imprese nessuna, fondamentalmente, se non cercare di essere lungimiranti: che l’Italia non abbia materie prime, è un problema irrisolvibile, così come la geopolitica. Così bisogna prevedere le mosse necessarie che verranno imposte nei prossimi mesi, tenendo conto che tra ritardi e consegne mancate, ormai, alcuni dispositivi elettronici arrivano 12 mesi dopo l’ordine. Bicchiere mezzo pieno: con la ripartenza tante imprese hanno ordinazioni fino almeno alla metà del 2022. Una strategia possibile, ma devono pensarci il governo o le grandi industrie, sarebbe quella di ridurre l’indipendenza delle materie prime da un singolo paese, e importare da più parti. E magari svegliarsi sulla tecnologia green, ancora arretrata. In un’estate con poco vento come quella appena finita, l’energia eolica è stata ben al di sotto del fabbisogno.

Per Belloni sarà un “autunno bollente” per le piccole e medie imprese. Bisognerà valutare come reagirà il consumatore per l’inevitabile aumento dei prezzi. 

Tutti concordano: chi lavora bene in qualche modo ce la farà. Alcuni suggerimenti: molte aziende stanno comprendendo la necessità di accorciare le reti di fornitura, quando possibile. Di ridurre le emissioni, se possibile. Di trovare accordi migliori coi fornitori. Di dare più attenzione alla filiera, alla prossimità. Costa di più trasportare materiale in giro per il mondo, ed è più lento? Valorizziamo, quando riusciamo, ciò che abbiamo nei pressi.

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