Formazione dell’imprenditore: chi la fa diventa più competitivo
Soft, hard e green skills solo le nuove parola d’ordine. Alessandra Vischi (Università Cattolica): «L’imprenditore deve acquisire competenze che lo rendano in grado di creare condivisione dei valori aziendali e trattenere i lavoratori»
Perché un imprenditore deve fare formazione? Per rimanere competitivo sul mercato. Alessandra Vischi, professore ordinario di Pedagogia dell’organizzazione e Sviluppo delle risorse umane all’Università Cattolica del Sacro Cuore, è perentoria a proposito dell’importanza della formazione per un imprenditore.
«Oggi un imprenditore che desidera la competitività per la sua azienda non può non formarsi. che significa capire il contesto in cui opera e conoscere i principali fenomeni emergenti, tra cui sostenibilità, digitalizzazione e intelligenza artificiale – spiega - Parallelamente, la formazione è importante anche per acquisire competenze, avere consapevolezza della propria leadership e riconoscere il valore delle persone. Il modo in cui è concepito il lavoro oggi è diverso da quello del passato: l’imprenditore deve acquisire competenze che lo rendano in grado di creare condivisione dei valori aziendali e trattenere i lavoratori». Quindi, una formazione a 360 gradi, etica, prospettica e sotto la guida di un esperto.
FORMARSI PER ESSERE COMPETITIVI
Il mondo del lavoro e la società stanno cambiando profondamente e velocemente. Oggi non si può più non tenere conto della sostenibilità in tutte le sue sfaccettature, dei criteri ESG e delle aspettative dei lavoratori. Per muoversi in questo contesto servono competenze di vario tipo, che si acquisiscono solo continuando a formarsi.
«Porre al centro dell’impresa persone, lavoratori, comunità in cui si opera – spiega Vischi – significa conoscerne le aspettative ed essere in grado di creare condivisione dei valori per fare in modo che ciascuno si senta parte di un progetto. Al tempo stesso è necessario conoscere i vantaggi che l’investimento in sostenibilità può comportare». Secondo la docente della Cattolica se si acquisiscono competenze in questi ambiti si è in grado di garantire la vivacità dell’azienda.
COME APPROCCIARSI ALLA FORMAZIONE
Digitando “formazione” sui motori di ricerca, i risultati sono migliaia. Come può, quindi, il titolare di una Pmi navigare in questo mare magnum di informazioni? «Bisogna rivolgersi a un esperto nei processi formativi, anche appoggiandosi alle associazioni di categoria o alle università» specifica Vischi. «La chiave è la costruzione di un percorso di formazione tailor made pensato per l’imprenditore e con l’imprenditore. Solo confrontandosi con lui, il formatore può capire cosa serve. E alle hard skills e alle soft skills, la docente aggiunge le green skills: «Avere competenze legate a tutto ciò che definiamo green e alla sostenibilità è fondamentale in qualsiasi settore».
FORMARSI, PERCHE’ È IMPORTANTE
Sono tanti i motivi per cui la formazione è importante per un imprenditore. “Aiuta ad aumentare la consapevolezza sui fenomeni in atto, aiuta a capire come gestire al meglio le risorse umane, aiuta a riposizionarsi e a riprogettarsi quando necessario e, non meno importante, aiuta ad acquisire competenze fondamentali sui criteri ESG e sulla gestione e comunicazione della sostenibilità» riassume la docente. Tutte le skills acquisite tramite la formazione servono, quindi, a costruire una visione aziendale che deve essere condivisa anche dai lavoratori da coinvolgere a loro volta in percorsi di formazione continua.
I PRIMI PASSI
Avvicinarsi alla formazione per un imprenditore significa anche cambiare la propria mentalità ed essere consapevole che non sono soltanto i dipendenti ad avere bisogno di aggiornarsi e imparare.
«L’imprenditore deve avere uno sguardo inclusivo che tenga insieme globale e locale, le dimensioni sociale e ambientale, innovazione e vivacità economica tenendo conto dei grandi cambiamenti ma anche di ciò che succede nella sua comunità – conclude Vischi - Innanzitutto, serve umiltà, per prendere atto che per continuare a crescere ed essere competitivi serve acquisire nuove competenze e migliorare quelle che già si hanno. Da ultimo, ma non meno importante, bisogna scegliere un esperto che sappia affiancare l’imprenditore nella costruzione di un percorso davvero “su misura e personalizzato” che vada incontro alle esigenze professionali e organizzative dell’azienda». Annarita Cacciamani