La formazione oggi è indispensabile a tutti i livelli. Per i lavoratori dipendenti di qualsiasi settore, per i dipendenti, per i professionisti e per gli imprenditori. E la formazione è fondamentale per qualsiasi azienda grande, media o piccola, che voglia intraprendere un suo percorso di sviluppo sostenibile. Ed oggi, che piaccia o no, è indispensabile elaborare una strategia che guardi allo sviluppo sostenibile. «Un’azienda ormai non può più prescindere dalla sostenibilità – evidenza Matteo Pedrini, professore ordinario di Corporate Strategy all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano - Occuparsi di sostenibilità vuol dire avere competenze in materia. Ci sono corsi universitari ma anche convegni ed eventi formativi a cui è utile partecipare».
Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che non danneggia la possibilità per le future generazioni di soddisfare i loro bisogni. «Nel mondo aziendale – spiega il professor Pedrini - questo significa produrre e offrire servizi utilizzando le risorse in modo responsabile, lasciandole anche a chi viene dopo di noi». Il concetto di sviluppo sostenibile è stato declinato in obiettivi dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
L’Agenda 2030 pone obiettivi e sfide grandi ed importanti. Anche le Pmi devono lavorare per cercare di andare verso i traguardi posti dalle Nazioni Unite in materia di sviluppo sostenibile: ne va anche della loro competitività e della possibilità di rimanere all’interno delle catene di fornitura, sempre più orientate ai criteri ESG.
«Un tema fondamentale è il rispetto per l’ambiente, che presuppone la gestione responsabile delle risorse. Quindi puntando su energie rinnovabili e utilizzando materiali riciclabili o riciclati in modo da attivare processi virtuosi di economia circolare. In questo modo si riducono le emissioni» evidenzia il docente. Altro elemento è il rispetto dell’uomo: «Questo è l’elemento più articolato perché presuppone attenzione a tanti aspetti: diversità, inclusione, parità di genere, percorsi di carriera chiari e trasparenti solo per citarne alcuni». Sono obiettivi e sfide importanti soprattutto per una piccola o media azienda. Fondamentale quindi diventa fare sistema con gli altri. «Non si può pensare di raggiungere questi traguardi da soli. Un ruolo chiave, a mio avviso, lo hanno le partnership trilaterali tra aziende, organizzazioni no profit, istituzioni», aziende di servizio e associazioni.
La sostenibilità non è una moda e non ci si improvvisa sostenibili da un giorno all’altro. Serve formazione e servono competenze per avviare un percorso di sviluppo sostenibile. «Senza conoscenze e competenze non si va da nessuna parte – chiarisce il docente - Perciò consiglio agli imprenditori di cercare di formarsi sul tema, partecipando a eventi e convegni sull’argomento. Questi processi, inoltre, andrebbero affrontati con l’aiuto di un consulente esterno che affianchi il gruppo di lavoro interno della Pmi».
Sono tanti i motivi per cui oggi un’azienda di qualsiasi dimensione non può prescindere dalla sostenibilità. Sostenibilità che, come ormai noto, è economica, sociale e ambientale. «Oggi è il cliente stesso, sia nel B2B che nel B2C, a chiedere sostenibilità. La richiesta di informazioni sulla sostenibilità di un prodotto o servizio sta crescendo e perciò andare verso lo sviluppo sostenibile diventa una condizione indispensabile se si vuole continuare ad essere competitivi sul mercato» afferma il docente.
Altro motivo, come spiega Pedrini, è legato all’accesso al credito: «Le banche, nei loro processi di valutazione del merito creditizio, danno un peso sempre crescente ai criteri ESG. Non essere sostenibili si può tradurre quindi in difficoltà ad accedere al credito. Consiglio perciò di sottoporsi alla valutazione di una società specializzata per vedere a che punto si è e capire cosa si può fare».
Da non dimenticare, infine, è il fatto che il legislatore sta andando verso l’ipotesi di rendere obbligatorio l’impegno per la sostenibilità. «Un’azienda che non guarda alla sostenibilità rischia quindi di doversene interessare in fretta e furia solo perché obbligatorio con tutti i rischi e le conseguenze del caso» conclude Pedrini.Annarita Cacciamani