Nel discorso al Senato, il neo premier Mario Draghi lo ha detto con parole chiave: gli Its sono un pilastro formativo del nostro Paese e rappresentano quel link che mancava nelle relazioni tra imprese e sistema formativi, soprattutto per far fronte alla cronica mancanza di professionalità specializzate. «Particolare attenzione va riservata agli ITS (istituti tecnici) – sono le parole del capo del Governo - In Francia e in Germania, ad esempio, questi istituti sono un pilastro importante del sistema educativo. È stato stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale. Il Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza assegna 1,5 md agli ITS, 20 volte il finanziamento di un anno normale pre-pandemia. Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate».
Un endorsement che il presidente di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli raccoglie: «Gli Its sono assolutamente positivi e vanno potenziati, anche perché funzionano e hanno un tasso di occupazione dei diplomati pari all’80%». Ma lo sforzo non può essere unidirezionale. Occorre che il sistema scolastico creda in questa formula e che, in parallelo, ci credano le imprese: «E, purtroppo, questo non sempre avviene – ammette Galli – Perciò dobbiamo tutti fare autocritica quando denunciamo la mancanza di professionisti in grado di sopperire al bisogno di nuove competenze e comprendere le ragioni che ancora ci trattengono dall’investire a sufficienza sui ragazzi degli Its».
Galli, da imprenditore, sostiene senza ripensamenti l’indirizzo intrapreso dagli Its anche se, certo, qualche miglioramento nell’offerta didattica potrebbe essere introdotto, per finalizzarla sempre più al fabbisogno delle imprese: «Più i dipendenti di domani saranno specializzati e meglio sarà per il nostro sistema economico. Penso anche solo all’inglese, che deve essere tecnico. La direzione, comunque, è giusta. Ora è necessario coinvolgere sempre più studenti e far conoscere il valore del progetto».
SOSTENERE LE SCELTE
In effetti, ad oggi gli iscritti sono ancora in numero irrisorio rispetto alle potenzialità e al fabbisogno. «E – aggiunge Galli – molti giovani, e le rispettive famiglie, non identificano sino a questo momento quello degli Its come un percorso utile, nonostante credo che rispetto a una laurea breve siano molto meno generici e garantiscano un più alto tasso di professionalizzazione».
Nel ragionamento di Galli, tuttavia, il vero nodo da sciogliere è il rapporto con le aziende: la mancanza delle grandi aziende, nell’analisi del presidente di Confartigianato Varese, colpisce anche il mondo dell’istruzione e non possono essere le Pmi a riempire da sole il gap.
Potrebbero (dovrebbero) essere i grandi player, tuttavia, a mettere l’acceleratore, e a stimolare la nascita di nuovi indirizzi sulla scorta del fabbisogno di competenze. «Su tutti, si pensi alla provincia di Varese, ad un indirizzo legato alla transizione ecologica in chiave industriale, ovvero alla mobilità sostenibile e all’economia circolare».
Galli sposta poi un analogo ragionamento sulla formazione professionale, «che va adeguata con urgenza». Occorrono, a giudizio delle imprese, «istituti più moderni e compatibili dal punto di vista della dotazione tecnologica, che deve per forza avvicinarsi a quella delle imprese o si corre il rischio di avere ragazzi molto bravi ad utilizzare strumentazioni o software che le imprese hanno ormai dismesso».
LA FORMAZIONE E' MARKETING TERRITORIALE
Il numero uno di viale Milano non nasconde una convinzione: «Una adeguata formazione professionale, secondaria o superiore, può essere anche un formidabile elemento di marketing territoriale nelle mani dei comuni, che possono attraverso un’offerta adeguata attirare le aziende attorno al proprio polo formativo di riferimento, come dimostra il brillante esempio della Motor Valley emiliana».
Capitolo a parte è quello dell’apprendistato, l’autostrada di accesso dei giovani nelle imprese, che oggi si fonda su una normativa migliorabile: «Riteniamo necessario un supporto all’imprenditore, anche in forma di fornitura delle strumentazioni didattiche, in modo che possa migliorare l’attività formativa». Galli pensa anche a software, indispensabili per ottimizzare il supporto ai giovani nell’inserimento nelle aziende, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni.