Parole chiave: sostenibilità, attenzione all’ambiente, riutilizzo, raccolta e riciclaggio. Parole chiave riferite agli imballaggi che, dalla mezzanotte del primo gennaio 2023, saranno soggetti all’etichettatura ambientale e alle disposizioni messe a punto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) con decreto 360/2022 di adozione delle "Linee Guida tecniche per l’etichettatura ambientale degli imballaggi".
Il tutto – dietro forte spinta europea - con l’obiettivo di aiutare le imprese a indicare, a beneficio del consumatore finale, le caratteristiche ambientali dei propri imballaggi in maniera chiara e corretta, aumentando la consapevolezza dei cittadini sul destino dei rifiuti. Un tema sul quale Europa e Governo sono al lavoro da anni al fine di migliorare lo stato di salute del pianeta, favorire i processi di riuso, riciclo e raccolta, e alzare il livello di responsabilità (anche) delle imprese.
Le linee guida del Mase sono il frutto di un lavoro avviato dal Consorzio Nazionale Imballaggi (Conai), che per più di un anno, d’intesa con il Ministero, ha raccolto le esigenze di tutti i settori produttivi e fornito supporto per l’implementazione della normativa.
Ma da dove parte il processo che ci porterà all’appuntamento con il primo gennaio 2023 e con l’etichettatura ambientale degli imballaggi? Il testo di riferimento di base è il decreto legislativo 116 del 3 settembre 2020 in base a quale devono essere «opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche Uni applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Unione Europea, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclo degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali». I produttori, si legge sempre nella norma, «hanno inoltre l’obbligo di indicare, ai fini della identificazione e classificazione, la natura dei materiali utilizzati». L’Europa docet, l’Italia applica, e stavolta lo fa sul serio, dopo il rinvio dello scorso anno quando, nell’arcinoto decreto Milleproroghe, l’obbligo di etichettatura ambientale era stata fatta scivolare dal primo gennaio 2022 al primo gennaio dell’anno che sta per iniziare.
Quattro i rinvii totali (dettati dalla pandemia ma anche dalla necessità, ribadita più volte da Confartigianato, di ottenere maggiore chiarezza nel settore) prima di arrivare al fatidico 2023 e a tutte le norme che, tra pochi giorni, entreranno in vigore.
Secondo le disposizioni previste, sono queste le informazioni principali che dovranno essere presenti su ogni confezione:
Oltre a queste informazioni minime è possibile associare (e non combinare tra loro) altre informazioni ambientali, per esempio un simbolo grafico per la raccolta differenziata di qualità, riciclabilità, marchi ambientali e compostabilità.
In questo caso devono essere seguiti i riferimenti stabiliti da apposite norme tecniche elaborate dagli Enti di Normazione internazionali (ISO), europei (CEN) o nazionali (UNI per l’Italia).
Come previsto infine dalla conversione in legge del decreto Milleproroghe 2022 (Legge 15/2022) per gli imballaggi privi dei requisiti di etichettatura, già immessi in commercio o sprovvisti di etichettatura al 1° gennaio 2023, è prevista la possibilità di commercializzazione fino ad esaurimento delle scorte.
Per maggiore chiarezza è opportuno fare riferimento alle Faq del Conai, opportunamente predisposte a beneficio della consultazione da parte delle imprese (CLICCA QUI).
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Quando la dimensione dell’imballaggio non rende fattibile l’inserimento delle informazioni si possono usare QR Code o App per fornire i dati necessari. Non vi sono indicazioni specifiche in merito alle modalità di etichettatura (grafica, presentazione, …).