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L'autoriparazione fa correre la filiera auto. Il futuro di Varese? Hub della mobilità green

L'autoriparazione fa correre la filiera auto. Il futuro di Varese? Hub della mobilità green

Le piccole e medie imprese italiane spingono sull’acceleratore e fanno volare il mercato dell’auto. Che nel nostro Paese conta più di 175mila imprese (II trimestre 2023) e 557mila addetti. I numeri mettono in risalto tutta la forza di una filiera che va a pieni giri proprio grazie alle Pmi: 7 addetti su 10 (69,4%) occupati nella filiera, in totale si parla di 387mila addetti, lavora in realtà con meno di 50 addetti. Il 70,7% opera nell’area dei servizi e del commercio, in particolare nella manutenzione e riparazione di autoveicoli, mentre il 29,3% si dedica alla produzione.

LO SPRINT DEL MADE IN ITALY
I numeri raccontano uno sprint che fa bene al Made in Italy: il 42,2% del totale delle imprese della filiera auto sono artigiane (73.714 unità). Di queste, il 90% opera nella manutenzione e riparazione di autoveicoli, settore in cui l’artigianato rappresenta il 75,9% del totale.

IL TRAINO DELL’AUTORIPARAZIONE

Autoriparazione

Il settore centrale della filiera auto, in cui operano la metà – il 51,8% - delle imprese, è quello dell’autoriparazione. E’ questo il settore che, negli ultimi dieci, si è dimostrato il più dinamico sul fronte dell’occupazione con una crescita del 3,9% degli addetti. La performance totale della filiera si è fermata ad un +1,9%. Ed è proprio l’autoriparazione ad esprimere una spiccata vocazione alla piccola impresa. I dati fotografano una realtà importante: il 97,9% degli occupati si trova nelle imprese con meno di 50 addetti; nell’artigianato sono invece presenti 68mila imprese, il 75,9% delle aziende del comparto.

MOTORI E ATTENZIONE ALL’AMBIENTE
Il settore dell’autoriparazione dimostra anche una spiccata vocazione alla sostenibilità ambientale. L’analisi dei

Meccatronico

dati Excelsior-Unioncamere ANPAL sottolinea, infatti, quanto il comparto – rispetto al totale delle imprese – vada alla ricerca di figure professionali dotate di green skill di alto livello: la quota di entrate preventivate di autoriparatori con ampia predisposizione al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale arriva al 48,2%, sopra di 6,5 punti rispetto al totale (41,7%).

L’INFLAZIONE NON “BRUCIA” IL FATTURATO
Ma il settore come sta reagendo di fronte all’altalena dell’inflazione? L’Italia, che presenta una minore dinamica dei prezzi della manutenzione auto, registra una più accentuata crescita del fatturato in volume. Considerando la dinamica dei prezzi al consumo per i servizi di manutenzione e riparazione di mezzi di trasporto personali, si stima che nel primo trimestre 2023 la crescita su base annua del fatturato reale – in volume – sia del 5,8% in Italia. Uno fra i migliori risultati tra i maggiori Paesi Ue: la performance della Spagna cresce del 5,1%, la Francia del 3,3% mentre la Germania si attesta sul +0,3%.

L’EXPORT SENZA FRENI

Export Auto

Da sempre, la filiera auto italiana è un punto di riferimento per tutto il mondo: i clienti principali sono Germania e Francia. Negli ultimi dodici mesi, il valore dell’export della filiera ha raggiunto i 42,3 miliardi di euro; il 7,1% del valore dell’export manifatturiero. Ad aumentare è la dinamica delle vendite estere: nei primi 5 mesi dell’anno cresce del 4,6%. La spinta arriva dall’incremento dell’export di automobili (+7,5%) e dalla performance positiva dell’export di parti accessorie (+0,6%). I territori più interessati all’export di prodotti della filiera auto sono Chieti, Potenza, Modena, Asti e Torino.

LA SFIDA DELL’ELETTRICO: LA STRADA E’ ANCORA LUNGA
Di fronte alle nuove sfide dell’Unione Europea – entro il 2030 non si potranno più vendere auto con motori

Auto elettrica

alimentati a diesel e benzina – le imprese della filiera auto sono chiamate ad un cambio di marcia dettato proprio dalla presenza, sempre più importante, di mezzi elettrici. I dati, però, raccontano un’altra storia: ad oggi, il parco circolante italiano è composto dall’86,1% di auto a gasolio e benzina, dal 50,2% di autovetture appartenenti alle classi euro più basse (da 0 a 4) e dal 39,4% di auto con oltre 15 anni di età. La quota di auto ibride ed elettriche si ferma al 4,3%, ma la diffusione sta crescendo: nel 2022, le auto elettriche o ibride – ogni 100mila auto circolanti - erano 4.264. Nel 2018 se ne contavano 658.

VARESE E’ PRONTA A DIVENTARE HUB DELLA MOBILITA’ AVANZATA

Mobilità avanzata

Già nel 2021, Confartigianato Imprese Varese aveva dedicato al tema della mobilità avanzata uno studio realizzato da The European House Ambrosetti. Varese possiede tutte le carte per potersi posizionare in modo significativo nella filiera automobilistica lombarda perché è la terza provincia italiana, e la prima in Lombardia, per numero di autoveicoli elettrici e ibridi in rapporto alla popolazione: 12,59 ogni mille abitanti (dati 2019). Solo Torino e Bologna fanno meglio. Sono i dati a supportare l’ipotesi che il territorio di Varese possa candidarsi ad hub della mobilità avanzata, perché «fulcro di una rete di imprese distribuite nelle aree limitrofe» in grado di intercettare «un bacino di utenza più ampio, su scala sovra provinciale». In quest’ottica, la filiera estesa della mobilità avanzata ricostruita da The European House Ambrosetti individua un cluster di duemila aziende appartenenti a 5 macro-settori nel territorio di a Varese e delle sei Province limitrofe (Milano, Como, Monza Brianza, Lecco, Verbano-Cusio-Ossola e Novara). Un’area di riferimento in cui Varese risulta la seconda Provincia, dopo Milano, per numero di imprese potenzialmente coinvolgibili nella mobilità avanzata (206) e la terza Provincia, dopo Milano e Monza Brianza, per fatturato (2,5 miliardi) e occupati (oltre 6000 addetti). A mostrarne le potenzialità sono, da un lato, il fatto che, su un fatturato complessivo del cluster lombardo-piemontese pari a circa 44 miliardi di euro, la quota già oggi direttamente imputabile alla mobilità avanzata ammonta ad oltre 2 miliardi di euro, e dall’altro il fatto che il cluster «coinvolge tutte le attività da monte a valle, con una forte componente manifatturiera». In questa partita, Varese «si potrà specializzare nella mobilità del futuro per trasformarsi in territorio abilitante per una Lombardia votata ad essere la “Silicon Valley” d’Italia. Nella mobilità connessa, autonoma e green».