C’è un’azienda in Umbria che è nata soffiando il vetro e oggi produce innovazione. Si chiama Steroglass, ha sede a San Martino in Campo, una frazione del comune di Perugia, ed è l’impresa protagonista della nuova puntata de L’Impresa Oggi – Il Podcast.
A guidare il racconto, come sempre, ci sono Elisa Marasca e Giuliano Terenzi, che ogni martedì attraversano l’Italia per raccogliere storie vere, di quelle che lasciano il segno. Questa volta hanno incontrato Roberto Falocci, direttore generale insieme al fratello Stefano, che ci accompagna lungo una storia imprenditoriale iniziata negli anni ’50.
Il padre di Roberto, Luigi Falocci, fu uno dei soffiatori di vetro chiamati a lavorare nei laboratori della Montecatini Edison sotto la guida del Premio Nobel Giulio Natta. Da quell’esperienza pionieristica nasce una passione, poi un’intuizione: mettersi in proprio, ricontattare quella classe dirigente della chimica e dare vita a un’attività capace di servire le imprese più innovative del Paese.
Ma come ogni impresa familiare, anche Steroglass ha attraversato momenti di crisi. E lì è arrivata la svolta. Roberto racconta senza giri di parole la fase più dura: l’esposizione con le banche, il rischio concreto di perdere tutto, la scelta coraggiosa di investire i risparmi di famiglia per tenere in piedi l’azienda. Ma anche l'inizio di una trasformazione: «Abbiamo cominciato a fare davvero gli imprenditori».
Da lì parte una strategia di rinnovamento profonda: controllo di gestione, formazione continua, apertura a nuovi mercati e prodotti di nicchia. È così che Steroglass conquista la leadership nell’analisi enologica e nella strumentazione scientifica, introducendo nuovi profili professionali e adottando una logica orientata alla soluzione più che al prodotto.
Ma non finisce qui. Quando il vetro soffiato perde centralità nel mondo scientifico, ecco l’ennesima intuizione: trasformare la competenza artigianale in valore per il mondo del design. Nascono così collezioni di oggetti per la casa, per la tavola, per l’hotellerie, firmate in collaborazione con designer e architetti. Un altro modo per restare fedeli alle proprie radici, ma con uno sguardo sempre rivolto avanti.
Uno degli aspetti più sorprendenti? Il bassissimo turnover del personale. «Abbiamo cercato di non separare mai il volto privato da quello lavorativo», spiega Roberto. È un'impresa che mette al centro le persone, che valorizza il senso di appartenenza e coltiva la fiducia nel tempo.
Il messaggio finale è chiaro: «Umanizzare il mondo del lavoro è la medicina dei tempi d’oggi». Un consiglio che vale per ogni imprenditore o imprenditrice che si trova oggi a guidare un’impresa, piccola o grande che sia.