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Made in Italy del restauro: un successo alla fiera Denkmal

Made in Italy del restauro: un successo alla fiera Denkmal

Città d’arte, tirata a lucido dopo il grigiore dell’era Ddr, sede della biblioteca nazionale tedesca. Dove, se non a Lipsia, Sassonia, avrebbe potuta essere Denkmal 2024, la fiera biennale che rappresenta l'unico salone del settore del restauro architettonico in Germania. E dove, pertanto, non poteva che approdare l’eccellenza italiana nel settore del restauro? Qui, dal 6 al 9 novembre, è allestito il palcoscenico internazionale per riunire i professionisti e gli appassionati del settore, tra cui restauratori, istituzioni, architetti, costruttori, produttori e distributori di macchinari e attrezzature. La manifestazione non si limita a essere una vetrina di prodotti e servizi; offre anche numerose opportunità per gli aspiranti specialisti del settore. Dai progetti educativi e di formazione professionale per i giovani, agli studi presso scuole specializzate e università, Denkmal abbraccia l’intera gamma delle esigenze formative del settore.

Matteo Campari è export specialist di Artser, interprete e mediatore, e gira le fiere mettendo in contatto le aziende presenti coi potenziali clienti. Questa volta rappresenta tre realtà del Nord Italia: Manufatti Epis e CORES4N di Varese, insieme a Restauro e Arte di Pavia. In un “evento nell’evento”, venerdì 8 hanno partecipato a “Contact to Denkmal” per incontrare aziende provenienti da Marocco, Germania, Francia e altri Paesi per valutare ipotesi di collaborazione.

«Rispetto al 2022, epoca ancora di pandemia – è il resoconto di Campari a fiera ancora in corso – i riscontri sono estremamente positivi. Non solo i privati si sono avvicinati per chiedere informazioni, ma anche vari enti pubblici tedeschi interessati all’eccellenza nostrana che cercano chi è veramente in grado di offrire soluzioni tecniche per il restauro di beni monumentali e che abbia già esperienza internazionale su chiese e palazzi antichi». Non sfugge un dato: in questo caso per fortuna l’imprenditorialità è “svecchiata”, perché soprattutto nel caso della ditta di Pavia, nessuno dei presenti supera i 40 anni.

Proprio il Marocco sembra avere particolarmente urgenza di far propri i contatti dei maestri italiani. Il terremoto del 2023 ha lasciato i segni, e il patrimonio artistico da recuperare è ingentissimo in una delle nazioni più belle dell’Africa. Poi tantissimi, finora, anche i contatti con ditte francesi, scandinàve, baltiche, polacche.

«I temi forti oggetto di dibattito – conclude il mediatore – riguardano i dubbi sulle maestranze del futuro. Si teme manchino nuove leve, ragazzi disposti a impegnarsi nel settore. Inoltre le catastrofi naturali, imprevedibili e sempre più frequenti. Come fare in quei casi a tutelare il patrimonio culturale? Anche le guerre e le crisi internazionali possono creare timori”. Come, ma è solo uno degli esempi più celebri, i reperti archeologici distrutti dall’Isis in Medio Oriente.

PER INFORMAZIONI, FIERE E ATTIVITA' ESTERO: WWW.ARTSER.IT