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Costi dell'energia e Pmi: «Aumenti che superano il 350%. Così si bloccano crescita e occupazione»

Costi dell'energia e Pmi: «Aumenti che superano il 350%. Così si bloccano crescita e occupazione»

L’energia elettrica a +55% e il gas a +41,2% sono il mantra, negativo, dell’economia: rialzo dei prezzi significa riduzione dei margini, meno investimenti e occupazione al palo.

 

Aumenti che superano il 350%: inevitabile il ritocco dei listini

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A dirlo sono gli imprenditori di Confartigianato Varese, che quando si parla di energia trasformano le parole in numeri: «Aumenti di oltre il 350%», dice Andrea Gatti a capo della fonderia di alluminio Gea Srl di Castelseprio; «rialzo più del 50% con bollette che passano da 7mila a 10.500 euro mensili», commenta Pietro Zuretti della Zuretti Luigi & C. di Mesenzana; «il costo della materia prima è balzato dai 4 centesimi al Kwh nell’ottobre 2020 ai 22 centesimi di oggi», sottolinea Luca Lavarra della Giannini e Lavarra di Montegrino. Per poi finire con Stefano Locatelli de “La Minuteria” di Grantola: «Il rialzo dei prezzi oscilla continuamente, e per un’impresa è impossibile sostenere queste fiammate, che nel nostro caso superano il 40%, se non ritoccando i listini e sopportando una parte degli aumenti in accordo con i clienti. Temo che quest’anno possa andare ancora peggio rispetto al 2021».

I costi dell’energia intaccano i margini di produzione: fermi crescita e occupazione
Per Andrea Gatti la resistenza delle attività come le sue, classificate secondo la direttiva

Giovani

“energivore” perché superano il consumo di 1 Gw/h, non potrà andare oltre le due settimane: «Propongo una soluzione: il costo dell’energia, per le aziende, non si dovrebbe più basare sul Pun (Prezzo unico nazionale, parametro di riferimento per l’acquisto all’ingrosso dell'energia sul mercato della Borsa Elettrica Italiana), ma sui costi effettivi della produzione industriale». Produzione che regge a fatica, perché non ha evitato il rischio di vedersi erodere parte dei margini. Zuretti ritorna come un boomerang sui calcoli che si tiene stretti tra le mani: «L’incidenza dei costi dell’energia sul fatturato varia tra il 3% e il 4%: la perdita sul margine operativo lordo è di circa l’1,25%, ma si avvicina anche al 2%. Ciò significa che su 100.000 euro di lavoro lascio a terra 1.250 euro. Così si compromette lo sviluppo di un’azienda perché senza questi incrementi potrei pagare due stipendi in più ad altrettanti giovani da portare in officina». Invece, i progetti di occupazione e crescita restano – per ora – nel cassetto.
Luca Lavarra ne è convinto, perché «negli ultimi sei mesi ho speso l’1% del fatturato annuo della mia impresa in energia e per assorbire il rialzo dei prezzi dovrò aumentare il costo per ora/uomo di almeno un euro. Inoltre, rischio di dover ricaricare parte di questi incrementi sul prodotto finito con il risultato di essere poi troppo caro e, quindi, sempre meno competitivo. Se i rincari diventeranno strutturali, qualche cliente se ne andrà».

Contro i rincari pannelli fotovoltaici, macchine performanti e centri di costo

Pannelli fotovoltaici

La consapevolezza nei confronti della realtà annulla qualsiasi lamentela. Ed è qui che il fronte della piccola imprenditoria mostra i muscoli: assorbire il colpo, per diminuire i danni, si può guardando alle fonti energetiche rinnovabili alla base di quella transizione green i cui costi, però, non potranno essere sopportati dalle Pmi. Così, alla Giannini e Lavarra si punta sul risparmio e sulla produzione energetica con un impianto di illuminazione a led, inverter per il funzionamento delle macchine Industria 4.0 e impianto fotovoltaico che permette di abbattere di mille euro al mese l’incremento delle tariffe attuali dell’energia. Anche alla Gea Srl si è scommesso sui pannelli fotovoltaici, ma questi sono solo una parte di una strategia fatta da macchinari Industria 4.0 performanti sotto il profilo energetico e gestione dell’azienda secondo centri di costo che permettono di monitorare i consumi dell’azienda (non solo energetici ma anche di materia prima) di ora in ora.

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