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Il nuovo profilo dell'impresa Plurale: adattarsi per crescere. Le ricette nell'incontro di Confartigianato Varese

Il nuovo profilo dell'impresa Plurale: adattarsi per crescere. Le ricette nell'incontro di Confartigianato Varese
Incontro Granelli Varese

Più crisi sommate fra loro, maggiori difficoltà nella gestione aziendale, priorità da mettere in ordine, cambiamenti improvvisi e panorami sempre diversi che si aprono, sfumano o si chiudono. Nel mondo di oggi la complessità cresce e le imprese sono chiamate a rispondere non solo con responsabilità ma anche con consapevolezza. Quella nei confronti di una trasformazione che interessa clienti, fornitori e mercati. E forza lavoro: quella che non si trova. O si trova con grandi difficoltà. Da qui quel “Plurale” (guardare l’azienda da nuovi punti di vista) che è stato lo snodo sul quale si è concentrato l’evento di Confartigianato Imprese Varese, a Gallarate, con il presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli, il presidente di Varese Davide Galli, il direttore generale di Confartigianato Varese Mauro Colombo e Antonio Belloni, coordinatore del Centro Studi Imprese Territorio. L’incontro è stato moderato da Marilena Lualdi, direttore de l’informazioneonline.

ACCETTARE IL CAMBIAMENTO PER RESISTERE E CRESCERE

Ed è stato proprio Belloni, con Sara Bartolini (responsabile Comunicazione e Relazioni istituzionali di Confartigianato Varese), ad introdurre il concetto di “pluralità” nelle imprese: «Il periodo che stiamo vivendo è complesso e incerto, e scarsa è la condivisione su ciò che potrà succedere: prevedere e pianificare è difficile. Ma un dato è certo: le imprese che resistono e crescono sono quelle che affrontano il cambiamento». Lo fanno anche attraverso il digitale, uno strumento che soprattutto dopo la pandemia ha permesso di raccontare meglio ciò che sono e fanno. Non solo sul fronte delle invenzioni, ma anche su quello della trasformazione, «perché un imprenditore può offrire soluzioni già testate prima ma in modo diverso. Detto ciò, le aziende devono accettare la tensione al cambiamento e replicarla. Perché per diventare più forti ci vorrebbero più vite, oppure si può procedere per “imitazione” nei confronti di quelle buone prassi che altri hanno già applicato».

UN MUST PER L’AZIENDA: DIVERSIFICARE

Incontro Granelli Varese

Ecco il punto: tutto cambia. Anche l’export, che per alcune imprese è diventato un obbligo mentre per altre è sempre stato una buona pratica. Bisogna alzare la soglia dell’attenzione: «All’estero non ci sono solo buoni clienti, perché con gli sconvolgimenti politici ed economici di questi ultimi anni i Paesi che una volta erano amici sono diventati nemici. Se l’impresa, di fronte ad un nuovo modello di globalizzazione, è stata costretta a cercarsi nuovi clienti lo stesso ha dovuto fare con i fornitori. Diversificare è il must che deve guidare le scelte dell’azienda in tutti quei campi che, soprattutto oggi, richiedono una cura particolare: «Da una parte il credito (con il rialzo dei tassi da parte della Bce) e dall’altro le nuove figure professionali che non solo bisogna cercare, ma anche recuperare e mantenere».

COME TENERSI LA “MANODOPERA INTELLIGENTE”

Incontro Granelli Varese

Quindi “La persona al centro dell’azienda”, ha sottolineato Mauro Colombo, direttore generale di Confartigianato Varese: «Il tema della persona, oggi, è ancora più centrale perché da un lato si registra continuamente una scarsità di risorse, e dall’altro le imprese si devono confrontare con un gioco le cui regole cambiano continuamente. A partire dal fatto che, oggigiorno, una persona – qualunque età abbia – ha molte opportunità di lavoro in più rispetto ad anni fa. Lo stesso fenomeno della Great Resignation è forse stato un tantino sopravvalutato, perché la sua entità è stata più modesta di quanto sia stato raccontato. Vero, però, che la difficoltà nel trovare figure professionali adatte comporta un problema: gli imprenditori non devono solo portarsi in azienda le giuste competenze, ma devono anche sapere come valorizzarle, seguirle, e tenersele. Magari attraverso un piano Welfare, un profilo delle competenze, una corretta formazione. Tutto questo è più che mai necessario di fronte a quella richiesta di “manodopera intelligente” alla quale non si chiedono solo capacità tecniche ma anche creative. Nella produzione così come nell’organizzazione. Cioè ad essere flessibili. Capacità che da sempre, nelle piccole e medie imprese, sono considerate un fattore competitivo. E per raggiungere queste competenze, l’azienda si deve “mettere in vetrina”. Deve raccontare i propri valori e i propri prodotti. Deve esporre il meglio di sé».

I CAMBIAMENTI SONO PIU’ GRANDI DI NOI: IL PRODOTTO, DA SOLO, NON BASTA

È facile capire le ragioni di queste scelte: i clienti chiedono sempre più che al prodotto sia legato un servizio. Un obiettivo che può essere raggiunto proprio attraverso le competenze delle persone in azienda: senza il loro continuo impegno, ma anche passione e know how un brand non potrebbe mai resistere ai tanti cambiamenti. Il direttore generale chiude con un esempio che apre nuovi fronti ma che, nello stesso tempo, aiuta a capire questo mondo che chiede tanto alle imprese e ai loro collaboratori: «Penso alle aziende che operano sulle aree di confine con la Svizzera: fino a pochi anni fa il fenomeno interessava soprattutto quelle realtà poste a 20 chilometri dalla dogana; oggi, in poco meno di cinquanta minuti, si raggiunge Bellinzona partendo da Saronno. Sono concetti che si accettano con fatica, ma i cambiamenti ai quali siamo sottoposti sono più grandi di noi. E sono sempre più veloci».

Una giornata per le imprese