Un imprenditore è un mix di coraggio, competenze, intuizione, passione e caparbietà. Se tutto questo in passato poteva bastare per avviare e gestire un'attività e tenere testa alla concorrenza, oggi per portarla nel futuro non basta più. Le competenze di un bravo imprenditore devono integrarsi con quelle di un bravo manager, per affrontare le sfide di un mercato sempre più complesso, globale, competitivo.
Dalla finanza al modello di business, dalla strategia ai trend emergenti, dall'innovazione tecnologica alla comunicazione, essere oggi un titolare di impresa, specie se piccola, con ruoli apicali accentrati in una o pochissime persone, significa dover investire anche su sé stessi, dotandosi di competenze personali avanzate da affiancare all'esperienza maturata sul campo, competenze che solo una formazione mirata può fornire.
L'acquisizione di modelli e tecniche per migliorare la gestione dell’impresa è infatti un fattore importante specie per i piccoli imprenditori di oggi tanto quanto dotare il proprio organigramma di figure specializzate nei ruoli chiave.
Secondo Filippo Poletti, speaker, scrittore, formatore e giornalista professionista Top voice di LinkedIn Italia dove dal 2017 cura una rubrica giornaliera dedicata ai cambiamenti nel mondo delle professioni, è fondamentale innanzitutto inquadrare la differenza di visione nella gestione aziendale tra imprenditore e manager. Se imprenditore è chi intraprende, lanciandosi in un’attività valutando idee, costi, posizionamento sul mercato, il “manager” è colui che “gestisce” le organizzazioni con l’obiettivo di raggiungere i risultati prefissati, massimizzando le performance. Temi ai quali anche l'imprenditore non può sottrarsi quotidianamente.
Serve dunque insistere sull'aggiornamento ma anche su un cambio di approccio mentale: smettere di essere delle “I” per diventare delle “T” ossia diventare capaci in molte cose ed esperti in almeno una, laddove nelle "molte cose" rientrano le soft skills e le esperienze di vita, essenziali anche nel lavoro di squadra.
Quando però il contesto e la struttura aziendale si fanno più complessi e articolati, essere manager significa anche prendere coscienza che possa essere necessario farsi affiancare da un esperto in alcuni ruoli di particolare complessità e non più "far tutto da sé".
Nessun professionista o organizzazione, infatti, possiede tutto il “know-how” necessario per pianificare una gestione solida e competitiva per la propria attività.
Serve prendere consapevolezza di dover attingere al sapere distribuito, il cosiddetto “know-where”, accettando un confronto costante. Come muoversi dunque per intraprendere dei percorsi strutturati di formazione personale o come aggiornarsi, anche in autonomia? Partendo da relazioni qualificate, sempre più rilevanti oggi, con altri professionisti, e dall'acquisire sempre più conoscenze, senza accontentarsi mai.
Strategia dell’innovazione, crescita esponenziale, trasformazione digitale attraverso l’intelligenza artificiale, marketing omnicanale, gestione del cambiamento, leadership condivisa, macroeconomia, economia industriale, finanza d’impresa e gestione operativa sono le competenze che il manager di oggi non può non possedere.
Anche LinkedIn pur nella sua differente e principale funzione di piattaforma di networking, può rivelarsi una fonte di "aggiornamento" e formazione utile. È infatti un acceleratore straordinario di conoscenze che in 20 anni di presenza online è passato da essere un database di curriculum a una piattaforma per condividere e imparare, dove conoscenza, relazione, reputazione diventano un potente acceleratore per valorizzare il capitale umano. Paola Piovesana