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Il metaverso racconterà le imprese con gli occhi del mondo virtuale

Il metaverso racconterà le imprese con gli occhi del mondo virtuale
Metaverso

«Molto spesso la comunicazione aziendale si affida a terzi (Facebook, giornali, social…). Noi pensiamo che nel mondo del metaverso si aprano spazi per raccontarsi in prima persona al proprio pubblico. Cosa che per le piccole aziende significa coltivare la narrazione della propria impresa». Così Marco Bardazzi che, insieme a Salvatore Ippolito, è CEO e Co-Founder di BEA – Be a Media Company. Ex direttore della comunicazione in Eni, con Bea Bardazzi intende fare un salto nel futuro, tratteggiando gli scenari che si apriranno per la comunicazione sul fronte digitale. In partica, approdando nel cosiddetto Web3.  

Per capire di cosa stiamo parlando dobbiamo abbandonare le coordinate spaziali e abbandonarci al metaverso, una realtà virtuale che possiamo immaginare come un mondo parallelo. Un mondo in gran parte da creare, e nel quale ci saranno spazi dove investire. E’ nel metaverso che si stanno sviluppando sempre più anche le criptovalute, quindi Bitcoin ma anche altre criptovalute come Ethereum.

Il metaverso rappresenta l’evoluzione del concetto di web.

DAL WEB 1 AL WEB 3

Metaverso

«Negli anni ’90 il web era una vetrina, il cosiddetto Web 1. Adesso ci muoviamo in uno spazio che possiamo chiamare web 2, dove si pubblicano le cose su internet e se ne discute attraverso i social e si fa business attraverso l’e-commerce. E’ come se nel web 2 fossimo in affitto: anche quando si apre un sito con il suo dominio si prende in affitto uno spazio da un provider – afferma Bardazzi - La promessa del web 3 è una sorta di proprietà privata del digitale: si passa dall’affitto a un nuovo catasto della rete, dove gli spazi di racconto, se tutto questo si rivelerà reale, diventeranno di proprietà».

Cosa significa per la comunicazione muoversi nel web3? Gli esempi sono tanti: «Sviluppare la Block chain, facendo dei contratti smart su un registro digitale, che consente di acquistare spazi sulla rete senza passare dagli affitti. Aprire il mondo delle critptovalute. Poi la possibilità di fare degli acquisti, ad esempio attribuendo al proprio logo o alla propria azienda un “diritto della rete”.  Facendo diventare un contenuto sulla rete “NFT”, si crea uno spazio digitale per il futuro».

UN MONDO PARALLELO DA COSTRUIRE

La cosa interessante è che con il termine metaverso si intende sia la realtà aumentata, sia un mondo parallelo ancora da costruire, dove ci saranno parecchie opportunità e si potrà comunicare in modi nuovi. «Il metaverso offre due possibilità: la realtà virtuale, con mondi completamente inventati. Dove per esempio è possibile acquistare oggetti virtuali che servono nel mondo virtuale – specifica Bardazzi - E poi c’è la realtà aumentata che inserisce nel mondo vero, quello dove si vive, strumenti che aumentano le informazioni su quello che vediamo con i nostri occhi, nello spazio reale. Ad esempio: ci troviamo davanti al Duomo di Milano e vediamo informazioni sulla storia».

In pratica, con la realtà aumentata è come se un secondo strato di realtà completasse il mondo fisico, andando a creare uno spazio digitale dove è possibile, ad esempio, fare comunicazione. Per rendersi conto di cosa potrebbe succedere: comprando un riquadro virtuale sul sagrato del Duomo si potrebbe immaginare di proporre al turista, che osserva l’ambiente con gli occhiali, esperienze e pubblicità. «Stiamo parlando di un contesto futuribile, la cui creazione sta accelerando molto» conclude Bardazzi, che aggiunge: «Di fondo noi pensiamo che la parola chiave sarà ownership, ovvero il possesso dei propri strumenti di comunicazione. Questo per le piccole aziende significa coltivare la narrazione della propria impresa, e quindi saper creare una community intorno alle proprie esperienze».