Migliorare la produttività delle Pmi per crescere e competere

Alessandro Pandimiglio, professore di economia politica ci guida alla scoperta dei fattori di miglioramento per le imprese: dalle nuove tecnologie alla formazione continua, si può diventare competitive e attrattive

Produttività

Le micro, piccole e medie imprese sono una risorsa cruciale per il nostro Paese. Contribuiscono all'aumento del Piò e alla riduzione della disoccupazione, ma hanno ancora un potenziale inespresso in termini di produttività.

Secondo i dati raccolti dal report McKinsey, infatti, le piccole e medie imprese che hanno un tasso di produttività̀ pari a quello delle imprese più̀ grandi sono il 55% del totale, contro il 60% medio delle economie avanzate. Un aumento di questo valore potrebbe rendere le Pmi più competitive. Come possono, dunque, queste aziende aumentare la loro produttività? Ne abbiamo parlato con Alessandro Pandimiglio, professore di economia politica all’università G. D’Annunzio di Chieti e di Macroeconomia e Microeconomia della Luiss Guido Carli.

PRODUTTIVITÀ, UN FATTORE CRUCIALE PER LE PMI

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Per valutare il benessere e l’andamento di un’impresa, uno degli indicatori più importanti all’interno dei processi lavorativi è sicuramente la produttività. «Indica l’efficienza di un processo, calcolata come il rapporto tra l'output totale prodotto e una media ponderata degli input in un determinato periodo».

Più comunemente, la produttività si misura sul singolo fattore produttivo: è quello che accade parlando di lavoro. In questo caso l’output totale viene diviso per il numero di lavoratori utilizzati in un processo produttivo.

«Tanto maggiore è la produttività del lavoro e tanto più alte saranno le retribuzioni dei lavoratori – spiega Alessandro Pandimiglio - ciò spiega il perché nei paesi come la Germania, in cui la produttività del lavoro è più alta rispetto a quella italiana, i salari sono più alti rispetto a quelli percepiti dai nostri lavoratori».

In un mondo fortemente globalizzato come quello in cui viviamo, la concorrenza ha un peso difficile da ignorare. La produttività ha quindi un ruolo fondamentale soprattutto per le Pmi perché l’elevato grado di concorrenzialità delle imprese straniere potrebbe mettere a repentaglio l’esistenza di piccole, o piccolissime imprese, che non riuscirebbero più ad essere competitive sui mercati internazionali.

I FATTORI CHE PORTANO IL GAP DI PRODUTTIVITÀ

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La bassa produttività all’interno delle Pmi nasce da diversi fattori: «Ciò che non consente alle imprese di effettuare balzi in termini di efficienza del ciclo produttivo sono la scarsa propensione delle imprese a investire in capitale umano, innovazione e capitale intangibile. Ciò è ascrivibile al fatto che molte delle Pmi essendo di piccolissime dimensioni non riescono ad attrarre i capitali necessari per adottare nuove tecnologie, soprattutto digitali».

Importantissima poi, la possibilità di sviluppare una robusta filiera produttiva, spesso carente nelle Pmi, ma necessaria perché «in grado di ridurre le diseconomie nei vari passaggi e al tempo stesso aumentare i benefici commisurati ai rischi imprenditoriali assunti».

In un mercato come quello di oggi, però, la bassa produttività è un rischio per le Pmi: la presenza di imprese di medie dimensioni che operano nello stesso settore e che sono più in grado di attrarre capitali dall’interno e dall’estero per investire in nuove tecnologie, in ricerca e sviluppo e nel capitale umano, unite alla concorrenza che proviene dall’estero, accende un riflettore su nuove sfide che le pmi italiane non possono ignorare.

PRATICHE UTILI PER AUMENTARE LA PRODUTTIVITÀ

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All’interno di questo disegno, le Pmi devono lavorare a una strategia utile ad aumentare la produttività, adottando pratiche volte a rimanere salde, longeve e competitive sul mercato. Secondo Alessandro Pandimiglio, è necessario:

  1. Utilizzare nuove tecnologie per migliorare le interazioni e la comunicazione tra management e personale operativo, ad esempio attraverso piattaforme digitali per riunioni operative.
  2. Avvicinarsi all’intelligenza artificiale, che può rappresentare un aiuto alla produttività consentendo di svolgere più velocemente mansioni complesse.
  3. Ampliare la fascia di consumatori sviluppando i canali di vendita online.
  4. Coinvolgere maggiormente i dipendenti nei processi aziendali, chiedendo loro dei feedback sugli stessi in modo da eliminare il più possibile le eventuali inefficienze.
  5. Puntare sulla formazione continua dei dipendenti, in modo che possano sempre acquisire nuove abilità e fissare dei premi di produzione al raggiungimento di specifici target aziendali che siano però alla portata dei lavoratori.
  6. Monitorare l’ambiente di lavoro, che dovrebbe essere il più accogliente possibile e favorire una maggiore armonia fra i dipendenti e il management.

In questo modo, le piccole e medie imprese non solo continueranno a rappresentare una colonna portante dell’economia, ma continueranno a sopravvivere, contribuendo ancor più significativamente alla crescita economica del Paese. Paola Landriani