LinkedIn e Pmi: le regole per raccontare l’azienda sul social business
I
n un mondo sempre più digitalizzato e in continuo movimento, sono veramente pochi gli ambiti in cui è possibile decidere di non prendere parte a questa transizione digitale. Dalle vendite al mondo dell’informazione, la comunicazione digitale è diventata di vitale importanza perché più immediata e diretta.
Proprio per questo motivo è importante che anche le imprese stiano al passo. Un modo per farlo è sicuramente posizionarsi all’interno dei social network, che sono uno strumento prezioso per comunicare e per far conoscere il proprio business. LinkedIn è sicuramente uno dei social più utile per quanto riguarda il mondo del lavoro. Ma come può una Pmi sfruttarlo al meglio per il suo business? Ne abbiamo parlato con Pamela Nerattini, consulente e formatrice LinkedIn.
LINKEDIN PER LE PMI: UN VANTAGIO
LinkedIn è, di fatto, uno dei social più potenti e utili per quanto riguarda il mondo del lavoro. La sua mission quella di aiutare i professionisti, farli conoscere tra di loro e renderli più produttivi condividendone e mettendo in luce le loro competenze. Pamela Nettarini ci ha spiegato il suo funzionamento, sottolineando che il processo avviene in due parti:
«LinkedIn funziona tramite un profilo personale, e poi esistono le pagine aziendali provenienti dal profilo. È quindi necessario creare un profilo personale per poter aprire una pagina aziendale. Inizialmente funzionava solo per i B2B, per chi parla ad altre aziende. Per chi parla al mercato assolutamente no. Ora, le cose sono diverse: oggi siamo 17 milioni in Italia. Significa che su 21 milioni in età lavorativa quasi tutti hanno un profilo ormai.»
Proprio per questo motivo nasce la sfida del comunicare per farsi conoscere, e accade per due motivi principali:
Vendere, inteso come farsi scegliere come fornitori di beni o servizi
Attrarre talenti, i futuri dipendenti che vogliamo assumere nella nostra azienda
È però importante sottolineare che questo tipo di social deve essere un aiuto per il proprio business: «LinkedIn non è come Facebook: non dobbiamo decidere di averlo solo perché ce l’ha il competitor. Bisogna essere certi che il proprio target sia presente, solo a quel punto ha senso starci.»
LE DOMANDE INDISPENSABILI
Per lavorare bene con LinkedIn e per renderlo un social efficace per la propria Pmi, l’azienda deve porsi delle domande utili a posizionarsi nel modo migliore possibile. Come sottolinea Pamela Nerattini, la prima domanda da farsi è sicuramente se si hanno il tempo e le risorse necessarie.
«La prima cosa su cui ragionare è se si ha il tempo, i soldi e le persone adatte per dedicarsi a un progetto di comunicazione.»
È quindi necessario un team marketing che lavori con l’obiettivo di far conoscere la propria impresa a livello valoriale. Questo perché il vantaggio di LinkedIn, al contrario del sito statico, è che permette attraverso i post di far capire com'è un’azienda, i propri dipendenti, come ci si vive e ci si lavora, ma anche cosa c'è dietro un prodotto, un’idea: un modo perfetto per costruire la propria reputazione aziendale.
La seconda domanda è “qual è il target?”. Partendo da questo si può iniziare una ricerca, sia per quanto riguarda l’audience sia per i talenti che si ha la necessità di assumere.
«Normalmente chi cerca lavoro è su LinkedIn e quindi se uno dei nostri obiettivi è trovare personale, allora chiediamoci quali sono i nostri obiettivi, quali sono le nostre audience e vediamo per cosa funziona. Perché? Perché nel caso non ci fosse l’audience adatta per quanto riguarda il prodotto servizio che vendiamo, potrebbe esserci il giusto target di talenti. Ciò significa che si potrà dedicare la pagina aziendale a far capire la vita in azienda per attrarli.»
UN PROFILO AZIENDALE CHE AIUTI IL BUSINESS
Per creare un profilo aziendale attrattivo è molto importante seguire alcuni accorgimenti che lo rendano efficace, in modo da sfruttare al meglio le risorse impiegate. Per Pamela Nerattini, sicuramente la più importante è raccontare la propria “storia in pillole”.
«Nessuno racconta mai la propria storia. Da che idea è nata, da che bisogno, quando è nata, da chi, in che modo è cresciuta, quali sono state le difficoltà affrontate, Quali sono state le sfide? Cosa è successo negli anni? Abbiamo tante storie imprenditoriali che non vengono raccontate e io quando vado in azienda dico sempre “Voi guardate i film. Sono state raccontate tante storie dei grandi imprenditori o imprenditrici: Da Olivetti a Cirio. Ci avete mai pensato? Avete mai pensato di raccontare la vostra storia così, di raccontare come è nata questa idea, di raccontare Perché oggi siete qui? In che cosa credete?»
Il modo migliore per raccontarsi è quindi parlare del passato e del futuro mettendo insieme la mission iniziale e la vision, dove si vuole arrivare con la propria idea. È importante sganciarsi dal raccontare solamente cosa si vende. Sui social funzionano le storie di successo, ma anche quelle di insuccesso.
«La domanda da porsi è cosa gli altri vogliono leggere di me, della mia azienda? Che cosa può essere importante per loro? Perché dovrebbero investire del tempo per leggere quello che noi scriviamo? Se io racconto solo di me, agli altri non frega niente. Ognuno vuole che si parli di sé. Quindi noi dobbiamo parlare del nostro pubblico, non di noi. Questa è la grande differenza.»
DALLA SINDROME DELL'IMPOSTORE A CONTENUTI DI QUALITA'
Molto spesso le Pmi non pensano di aprire un profilo LinkedIn proprio per paura di non essere in grado di raccontarsi all'interno di un social che può sembrare “ostico”, o perché non sanno quali contenuti produrre per alimentare un racconto che risulti effettivamente ingaggiante, ma soprattutto continuativo.
«Un consiglio che do sempre è di pensare alle dieci domande che il potenziale cliente può fare: in uno stesso settore sono sempre le stesse. Non riguardano soltanto prezzo e tempi. Molte volte sono anche curiosità, informazioni. Sono cose che le persone vogliono sapere, e se le risposte non le diamo noi arriveranno da un nostro competitor. Creiamo una rubrica che parli, risponda alle domande che normalmente ci vengono fatte.»
Oltre a questo, una possibilità è quella di raccontare il team, i benefici che può portare un determinato prodotto o raccontare alcuni casi studio interessanti. Il materiale viene dalle proprie aziende, e tutto vale, purché possa essere interessante per la propria audience e che racconti l’etica e i valori della propria Pmi.
Ma come si può diventare bravi nel raccontarsi? È molto importante avere una persona che fa la strategia, ma anche qualcuno che scriva, che crei uno storytelling personalizzato. Non necessariamente una persona interna all’azienda: è efficace anche un copywriter esterno, purché sia in contatto con l'azienda, in modo che ne possa conoscere le dinamiche e lavorare a stretto contatto con chi vive l’azienda.
«Un copy esterno, anche se abbiamo la strategia, non può fare da solo. Perché? Perché per esempio, le domande e le risposte, anche se scritte male, devono essere date dall'interno. Poi sta al copy riuscire a metterle in modo che a LinkedIn piacciano non è difficile. Bisogna vivere un po’ la piattaforma per capire in che modo approcciarsi.»
LinkedIn è quindi un social media che richiede tempo e pazienza. Quello che bisogna ricordare, però, è che è come una maratona, non uno sprint: ci vuole tempo, pazienza e costanza, ma se usato nel modo giusto e con il team necessario può diventare un mezzo potente per spingere la propria Pmi. Il consiglio è «studiamo un po’ la piattaforma, viviamola un po’, capiamo come le persone comunicano che cosa cercano, che cosa piace e poi approcciamoci in maniera costante, coerente». Paola Landriani
LEGGI LO SPECIALE DEL CENTRO STUDI
IMPRESE TERRITORIO
Report strategie d'impresa - Lavoro e business su LinkedIn
Aggiornato a Gennaio 2024
Il report del Centro Studi Imprese Territorio - "Lavoro e Business su LinkedIn" - mette in evidenza l'importanza di LinkedIn come piattaforma digitale essenziale per le imprese nell'ingaggiare clienti e reclutare personale. Confrontando la colonizzazione del Web con la conquista del West americano, il documento sottolinea che, come i pionieri delimitavano e coltivavano i loro terreni, le aziende devono curare la loro presenza digitale per essere produttive. Si entra poi nel merito della pandemia e di come abbia spinto molte imprese a sperimentare e adattarsi rapidamente all'uso dei social media per mantenere la continuità aziendale.
LinkedIn emerge da questo contesto come un canale chiave, con 850 milioni di utenti globali e 18 milioni in Italia, offrendo un terreno fertile per il networking professionale. Infine, consigli pratici su come utilizzare efficacemente LinkedIn per scopi professionali, sottolineando la necessità di velocità, trasparenza, coerenza e semplicità nella gestione del profilo e delle interazioni sulla piattaforma.
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