Transizione ecologica, vincono le aziende che ci credono. E che sanno da dove iniziare

Transizione ecologica, vincono le aziende che ci credono. E che sanno da dove iniziare
Transizione ecologica

Si parla sempre di più di transizione ecologica nelle imprese. Se ne parla, forse, senza avere le idee chiare fino in fondo su quelli che dovranno cambiare davvero. L’item di Confartigianato Imprese e Territorio cerca di capirlo ascoltando le voci di Emanuele Bompan, direttore della rivista Materia Rinnovabile - Renewable Matter, giornalista ambientale, esperto di economia circolare, autore e LinkedIn Top Voice e Duilio Colonna, giornalista esperto di sostenibilità, contributor di Imprese e Territorio.

«Dal punto di vista della produzione di energia da fonti rinnovabili – ha esordito Bompan – stiamo vivendo un momento molto particolare: usciti dalla crisi Covid, ecco quella in Ucraina con l’inflazione molto importante e la crisi climatica, non più ipotetica e lontana ma che imprenditori, agricoltori e gestori di servizi idrici hanno affrontato velocemente, anche perché devono. Non si tratta solo di un problema ambientale, ma di sicurezza nazionale, sociale ed economica. C’è gente che muore di caldo. Per le imprese, il surriscaldamento rischia di bloccare le filiere dovute a mancanze di energia. Le assicurazioni hanno capito che si tratta di un rischio sistemico, e per affrontarlo si deve decarbonizzare spingendo sulle energie rinnovabili, pena crisi economiche a catena».

LA REAZIONE AL FATTORE RUSSIA 

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La Russia è un esempio concreto. Se da un lato ha aumentato il consumo di carbone, molti hanno “reagito” installando impianti fotovoltaici, altri ancora creando comunità energetiche. In molte aziende si pensa a come cambiare la produzione. Un problema è la mancanza di materie prime per i nuovi componenti, e si risolverà con una politica intelligente ed emanando i decreti attuativi per le comunità energetiche. Secondo Bompan, lo Stato deve accelerare.

Inoltre, il 2023 rischia di essere ricordato come l'anno del definitivo ridimensionamento di quello che era nato con grande enfasi come piano Industria 4.0. Lontano dai riflettori della legge di bilancio, puntati soprattutto sulle misure contro il caro-energia, si sta concretizzando una retromarcia generale su questa categoria di incentivi per gli investimenti. Tutto questo potrebbe arrestare anche la corsa alla transizione ecologica delle aziende, essendo questa strettamente legata alla tecnologia. «In questo momento – aggiunge Colonna – è molto difficile prevedere come si evolverà la situazione e come le aziende si muoveranno. Di sicuro non si può arrestare questo processo. La transizione ecologica di imprese e società non può fermarsi. Dai consumatori agli investitori, tutti richiedono che vegano rispettati alcuni parametri e vengono premiati dal mercato».

Sempre più aziende si stanno adeguando a questa realtà, non solo per ragioni etiche e ambientali. Ormai se non rispetti determinati parametri rischi di essere espulso dal mercato indipendentemente dall'aiuto da parte dello Stato. Anche se l'attenzione del Governo ha portato momentaneamente a distogliere lo guardo da questa transizione, le aziende continueranno ad investire su ciò, e le piccole aziende devono capire che è inevitabile, e che se fatto bene possono essere agevolate. Se puntano ad entrare in borsa devono capire che ci sarà anche la misura delle performance.

TRASPARENZA, RENDICONTAZIONE E RESPONSABILITA' SOCIALE

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«Se è vero – prosegue Colonna – che una azienda sostenibile deve aumentare anche trasparenza, rendicontazione e responsabilità sociale, una Pmi deve capire a che punto della filiera si trova e di cosa ha bisogno, deve analizzare la propria situazione dal punto di vista della sostenibilità e capire gli aspetti su cui concentrarsi. Comprendere cosa chiedono i fornitori e cosa i clienti. Iniziare a costruire una strategia mattone su mattone in base alle esigenze. Creata la strategia e capito cosa c'è sul tavolo, può iniziare a lavorare sui tre aspetti anticipati: trasparenza, rendicontazione e responsabilità sociale».

Fra i tre è meglio iniziare dall'ultimo, in modo da preoccuparsi dell'impatto che la sua attività ha sulla società, e agire in modo responsabile per minimizzare questo impatto. Inclusione sociale e parità sono attività che abbassano l'impatto negativo. Infine, il consiglio dell’esperto è di agire sulla trasparenza, fornendo informazioni dettagliate ai propri stakeholder su come l'azienda stia gestendo questi aspetti.

I BENEFICI DEL CREDITO

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«Bisogna tener conto, dal punto di vista dell’accesso al credito da parte delle aziende per l’accelerazione tecnologica in azienda – ha aggiunto Bompan – che lo Stato richiede sempre più sostenibilità, e premia in tal senso, con accesso a fondi e agevolazioni sul mondo della ricerca. L'Europa dà 1000 miliardi di euro ed esistono progetti specifici delle banche, se presenti un piano credibile». Chiaramente occorre distinguere la Commissione Europea dai singoli paesi membri. Ursula Von Der Leyden, presidente della Commissione Europea, conservatrice, pensa sinceramente che l’Ue sia leader a livello mondiale sul tema di decarbonizzazione ed economia circolare, con l’ambizione di ridurre le auto con motore a scoppio entro il 2035. Bompan pensa che «sia inevitabile e che dovremo andare in quella direzione, oppure sarà una catastrofe».  «Nessuno nega più il cambiamento climatico fuorché forse qualche soggetto da circo in cerca di visibilità. Come aiutare le imprese in difficoltà con la transizione ecologica è un tema aperto. Ci sono aziende destinate a scomparire come quelle di carrozze cento anni fa. Servono piani internazionali e risorse dell'Ue da qua al 2030, legati ai piani industriali di sviluppo delle varie nazioni».

Ma come arrivare alla consapevolezza che le Pmi devono stare al passo con la propria supply chain? Risponde Colonna: «Ci sono due problematiche. Spesso chi guida una Pmi è un self made man, ha un background operativo molto pratico, e non crede in determinate dinamiche, in determinate novità, essendo convinto che tutto quello che ricorda sostenibilità e green sia superfluo. Serve incentivare comunicazione e formazione dei giovani, che portano dentro idee nuove, trasparenza, parità. Allo stesso modo gli imprenditori non pensano che il Governo sostenga attivamente la transizione ecologica del sistema imprenditoriale. Effettivamente mancano le infrastrutture, sulle quali bisognerebbe investire».

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