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Sostenibilità e accesso al credito: strategie per superare il rating della banca

Sostenibilità e accesso al credito: strategie per superare il rating della banca
Accesso al credito Pmi

L’adesione ai paradigmi della sostenibilità rappresenta per le imprese un’importante opportunità da cogliere, che non dà vantaggi esclusivamente dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista economico. Non essere conformi alle direttive europee sui fattori ESG (ambientali, sociali e di policy aziendale) infatti può penalizzare concretamente le realtà produttive, contribuendo a far crescere i costi di business. Questo vale non solo per le grandi aziende, a cui si rivolgono esplicitamente le normative UE, ma anche per tutte quelle Pmi che fanno parte della loro catena di fornitura.

Tra i settori in cui, in particolare, l’impegno sul fronte ESG riveste un ruolo sempre più rilevante c’è sicuramente quello dell’accesso al credito, un ambito in cui di recente, anche grazie all’Action Plan della European Banking Authority, sta crescendo sempre di più il ricorso a strumenti di finanza sostenibile, come social bond o green bond.

CRITERI ESG, VANTAGGI PER LE PMI

Accesso al credito Pmi

Ma in concreto, in termini di accesso al credito, quali vantaggi possono ottenere le Pmi che rientrano nei parametri ESG? «A mio  avviso - ci ha spiegato Rachele Anconetani, Lecturer di Corporate Finance e Real Estate presso SDA Bocconi School of Management e docente a contratto per i corsi di Finanza Aziendale e Mergers & Acquisitions dell’ateneo milanese - i vantaggi sono essenzialmente quattro: l’accesso a nuove forme di finanziamento innovative, la maggiore facilità nell’accesso al credito, un costo dei finanziamenti solitamente più basso rispetto a quello tradizionale e la possibilità di rientrare nei criteri richiesti dai bandi di finanza agevolata».

Per quanto riguarda ad esempio le forme di finanziamento innovative, precisa Anconetani, possono essere previsti meccanismi di premialità, ovvero una riduzione del costo del finanziamento a fronte del raggiungimento di determinati obiettivi in ambito ESG. «Solo per fare un esempio, i sustainability bond possono costare di meno rispetto ai finanziamenti tradizionali».

SOSTENIBILITÀ E ACCESSO AL CREDITO
 

Accesso al credito Pmi

In generale, secondo la docente, la maggiore facilità nell’accesso al credito legata all’attenzione alla sostenibilità è un tema che sta prendendo sempre più piede nel mondo dei mercati di capitale: “Sta aumentando la disponibilità di plafond dedicati da parte degli istituti di credito. Secondo alcune ricerche pubblicate in statistica, in Italia l’emissione di debito ESG nel 2022 è stato di circa 65 miliardi di dollari, dato in crescita rispetto ai 58 miliardi di dollari dell'anno precedente. Questa facilità di accesso trova in qualche modo un supporto nelle garanzie statali”.

Di grande importanza, sottolinea Anconetani, è anche la possibilità di partecipare a bandi di finanza agevolata con il PNRR: «Sono stati messi a disposizione diversi miliardi di euro per poter finanziare la digitalizzazione, la transizione ecologica. L’adesione ai paradigmi della sostenibilità dà sicuramente dei vantaggi per poter candidarsi a ottenere queste risorse».

COSA VALUTANO LE BANCHE

Un aspetto particolarmente importante di cui le imprese devono essere ben consapevoli è il fatto che gli istituti finanziari - nel momento in cui valutano se concedere o meno un finanziamento - ragionano in termini di rischio di credito. «In questo contesto - spiega la professoressa Anconetani - fenomeni come gli eventi meteorologici estremi legati al cambiamenti climatico o il dissesto idrogeologico assumono un ruolo importante, amplificando la percezione del rischio del credito».

«Per questo motivo - prosegue - spesso si richiede alle imprese l'ottenimento o il miglioramento dei rating in ambito sostenibilità. Le banche iniziano a esaminare diversi fattori, sia ambientali sia sociali, come ad esempio l'impatto delle attività aziendali sull’ambiente, le politiche di efficientamento energetico messe in atto, lo sviluppo di iniziative di economia circolare o di protezione della biodiversità, l’utilizzo di energie rinnovabili, il rapporto con i clienti e con i fornitori, le politiche di diversity inclusion o la presenza di piani di welfare aziendale adeguati. Da questo punto di vista un elemento importante da segnalare è il fatto che, anche se alcune imposizioni normative in tema di sostenibilità riguardano in primo luogo grandi aziende, a essere coinvolta è in realtà tutta la catena del valore, includendo anche le Pmi che sono i fornitori di queste realtà produttive».

RATING DI CREDITO: COSA SI ANALIZZA

Accesso al credito Pmi
Se dunque è così importante dimostrare agli istituti di credito l’impegno in ambito ESG, come devono muoversi le imprese per certificare in modo adeguato i loro risultati? «C'è una relazione molto lineare, che è centrale in tutti i processi in cui viene valutato il costo del capitale: quella tra rischio e rendimento - spiega Anconetani - in sostanza, tanto più un'azienda è percepita come rischiosa tanto più alto è il rendimento atteso richiesto dall'investitore. In questa relazione rischio/rendimento i rating giocano un ruolo chiave».

«Il rating di credito - aggiunge - è un rating assegnato o da agenzie specializzate o dalle banche alle imprese e valuta proprio la solvibilità aziendale, ovvero la probabilità che l'azienda sia in grado di ripagare il proprio debito o, viceversa, la probabilità di insolvenza. In particolare, la probability of default di solito è un rating che viene assegnato in fase di processo istruttorio, quindi prima dell'erogazione del debito, e valuta in maniera sintetica la capacità di generare flussi di cassa e la capacità dell’azienda di restituire il capitale e gli interessi regolarmente e in maniera puntuale. Il rating di credito è quindi una sintesi della percezione del rischio. Pertanto, se quindi un'azienda è percepita come particolarmente rischiosa, ha un rating di credito basso. Ciò influenza sia l'accesso al finanziamento sia il costo del finanziamento».

ELEMENTI VALUTATI NEL RATING DI CREDITO

Diverse sono le macrocategorie informative che possono essere utilizzate nella definizione del rating di credito, sia in ambito qualitativo sia in ambito quantitativo. «Tra quelle qualitative - spiega la docente - ci sono il contesto economico, macroeconomico e settoriale dell'azienda, il mercato di sbocco e la concorrenza, il contesto competitivo aziendale, il posizionamento dell'azienda all'interno del business, la qualità del management e magari anche la storia aziendale. Da un punto di vista quantitativo, vengono invece valutate la capacità di sostegno del debito, che nasce dal bilancio, e quindi dai rapporti economico-finanziari».

Ci sono, in particolare, diversi indicatori che possono essere presi in considerazione, che naturalmente variano in base all'istituto finanziario di riferimento: «Tra quelli più comuni per valutare la sostenibilità del debito potremmo avere l’"Interest Coverage Ratio”, ovvero il rapporto tra il reddito operativo e gli oneri finanziari. A questi dati di bilancio si aggiungono altri dati che sono più di natura andamentale, che guardano più alla storia creditizia della società, come ad esempio informazioni sui crediti ottenuti in passato. Possono essere valutati, ad esempio, la frequenza e la durata del finanziamento, l’importo, la puntualità nel rimborso dei finanziamenti, i livelli di insolvenza manifestati nel portafoglio commerciale o il grado di saturazione delle linee di credito concesse».

RATING DI SOSTENIBILITÀ: COSA VALUTA

Accesso al credito Pmi

Il rating di sostenibilità, spiega Anconetani, segue invece una logica leggermente diversa, sebbene la dinamica di costruzione sia più o meno la stessa: «Anche in questo caso c’è una raccolta e un’analisi di dati iniziali per poter arrivare a un giudizio sintetico. La differenza consiste nel fatto che i fattori presi in considerazione cadono sotto il cappello della sostenibilità. Si tratta di indicatori prettamente ESG».

«Al momento - precisa - non esiste un rating di sostenibilità unico e uniforme. Ci sono tanti provider di rating e ognuno segue un po’ la sua metodologia. Il punto chiave però, è che nel costruire questi rating di sostenibilità, prendono in considerazione veramente tantissimi parametri ESG. L'aspetto interessante del rating di sostenibilità è che trova una forte personalizzazione in base al settore: il metodo di costruzione di un rating di sostenibilità non è infatti lo stesso per tutte le aziende, per tutti i settori. Il comparto in cui opera l’azienda va ad influenzare i criteri di ponderazione, per cui alcuni elementi valgono di più in un settore e meno in un altro».

CONSIGLI PER LE PMI ALLE PRESE CON RATING

Alla luce di quanto detto finora, come devono muoversi le Pmi per affrontare in modo efficace il tema "rating di credito e sostenibilità?”. «Un aspetto su cui le imprese devono concentrarsi nel momento in cui affrontano il tema sostenibilità/accesso al credito - sottolinea la professoressa Anconetani - è sicuramente la capacità di comprendere bene quali elementi sono effettivamente rilevanti per i criteri dei rating. È opportuno anche muoversi in maniera proattiva, confrontarsi con le banche e capire su quale aspetto si focalizza l’istituto finanziario nell’analisi del settore in cui opera l’azienda. In sostanza è opportuno capire come ragiona la controparte e prepararsi in anticipo». 

SOSTENIBILITÀ, UN APPROCCIO OLISTICO

Un altro aspetto fondamentale che le imprese devono inoltre prendere in considerazione, nel momento in cui intraprendono i loro percorsi legati a modelli produttivi incentrati sulla sostenibilità, è anche limportanza di non aderire a questi principi in maniera puramente formale e legata esclusivamente alla volontà di ottenere un vantaggio economico legato all'accesso al credito, come sottolinea Paolo Landoni, professore Associato del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione (DIGEP) del Politecnico di Torino.

»In sostanza - spiega il docente - essere in linea con gli indicatori ESG non deve essere il frutto di unoperazione di greenwashing, socialwashing o di un bisogno di agevolazioni finanziarie, ma il tassello di una visione più ampia, solida e olistica, che abbia come primo obiettivo la riduzione dellimpatto ambientale delle diverse attività dellazienda, il miglioramento delle politiche sociali e la volontà di ottimizzare i processi di governance».

In questottica è fondamentale, secondo il docente, adottare una visione il più possibile esaustiva e supportata da dati, ma soprattutto, nel momento in cui ci si rivolge alle banche, fornire un quadro dei miglioramenti raggiunti nel tempo e delle nuove sfide che limpresa intende affrontare in futuro su questi temi. In sostanza bisogna far capire che la sostenibilità è un elemento compenetrato a tutti i livelli di business e rappresenta il presupposto di molte scelte aziendale.

»Questo approccio non è solo quello eticamente più corretto, è anche il più efficace per lottenimento di vantaggi di innovazione, credito. Al contrario un approccio utilitaristico e focalizzato solo su aspetti specifici comporta rischi di valutazione e di immagine».

PLASMARE GLI INTERVENTI SUL MODELLO PRODUTTIVO

»Inoltre secondo me è importante - precisa Landoni - illustrare gli impegni specifici assunti dalla singola impresa in base al tipo di prodotto o servizio che vien realizzato e al settore di appartenenza».

»Questo - aggiunge - è un tema a cui tengo molto, perché ad esempio, unimpresa che produce acciaio e ha consumi energetici elevatissimi deve intervenire prioritariamente in quellambito e non solo sul consumo di carta».

In sintesi, dunque, secondo il docente, anche quando si parla del binomio sostenibilità/accesso al credito non bisogna adottare un approccio parcellizzato, ma contestualizzare la questione alla luce di una visione più ampia, che consideri i vantaggi di un modello in linea con i principi ESG come un presupposto ineludibile, in un contesto globale dove questi aspetti hanno assunto un ruolo centrale. In questottica essere sostenibili per le aziende significa proiettarsi in modo efficace verso il futuro, affrontare le sfide del mercato in maniera più efficace e, in generale, essere più resilienti. Monica Giambersio