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Meccanica in crisi, ma non tutto è perduto: ecco cosa possono fare le imprese

Meccanica in crisi, ma non tutto è perduto: ecco cosa possono fare le imprese
Crisi della meccanica

C'è un dato che fa rumore e non può essere ignorato: nel 2024 la meccanica italiana ha perso il 6,4% di produzione e il 5% di export. Una caduta che pesa più del doppio rispetto al calo del manifatturiero complessivo (-3,7%).

Una crisi profonda, figlia di molte cause: la stretta monetaria che ha bloccato la domanda di investimenti in macchinari, i dazi Usa, la recessione tedesca, la frenata della Cina. Ma anche di nodi strutturali che il settore si porta dietro da tempo: incertezza sull’automotive e sulla transizione elettrica, difficoltà a trovare personale qualificato, e un costo dell’energia tornato a salire nell’ultimo trimestre 2024, colpendo ancora una volta le imprese.

Eppure, il quadro non è solo negativo. Il Rapporto Meccanica 2025 di Confartigianato, presentato al Mecspe di Bologna, offre anche segnali di ripresa. E indica la strada per chi non vuole restare fermo.

IL QUADRO: PERCHÉ LA MECCANICA ITALIANA È IN CRISI

Crisi della meccanica

Siamo davanti a una crisi che ha colpito duro, più della media europea. La domanda mondiale è debole, e per la meccanica italiana che esporta moltissimo, questo è un problema enorme.
A pesare è la guerra dei dazi americana, che mette un freno all’export italiano verso gli Usa. In parallelo, la Germania è in recessione e compra meno: un danno diretto, visto che resta il nostro primo mercato per la meccanica. La transizione all’auto elettrica è un altro nodo: in Italia le immatricolazioni di veicoli elettrici sono troppo basse e questo blocca la filiera dei fornitori.

Come se non bastasse, trovare personale formato è sempre più difficile, soprattutto per le competenze digitali e ambientali richieste dalla nuova manifattura.

LA VERITÀ SULLA MECCANICA: UN SETTORE CHE SI STA SELEZIONANDO

Non tutte le imprese sono ferme. C'è una selezione naturale in corso: chi non si evolve, rischia di scomparire. Ma chi investe, chi innova, chi si apre a nuove tecnologie può ancora crescere.
E infatti ci sono segnali concreti:

  • Riprendono gli ordini per alcune imprese capaci di offrire soluzioni personalizzate.
  • Dopo un anno nero, gli investimenti in macchinari hanno ripreso quota nell’ultimo trimestre 2024.
  • L’occupazione regge, pur con qualche ombra in specifici segmenti.
  • La Bce si prepara ad abbassare i tassi: un'opportunità per tornare a investire.

COME USCIRE DALLA CRISI: CINQUE STRADE PER LE IMPRESE

Crisi della meccanica

La prima regola è non restare immobili. Chi aspetta che "torni tutto come prima" rischia grosso.

Ecco dove devono guardare oggi le imprese:

1. INNOVAZIONE DIGITALE E GREEN
Le imprese che investono su nuove tecnologie, efficientamento energetico e sostenibilità saranno quelle che sopravvivranno. Senza questo salto, si resterà ai margini.

2. COMPETENZE E PERSONE
Non si trovano più operai generici: oggi servono competenze nuove, legate al digitale, alla meccatronica, alla sostenibilità. Bisogna formare o attrarre i migliori.

3. NUOVI MERCATI
Se Germania e Usa rallentano, bisogna guardare altrove: più Europa, più mercati emergenti, più internazionalizzazione vera, anche tramite reti e consorzi.

4. EFFICIENZA ENERGETICA
Chi non riduce i costi energetici oggi, rischia di non farcela domani. Serve investire subito su soluzioni per tagliare consumi e migliorare la produttività.

5. AGGREGAZIONI E RETI DI IMPRESE
Le piccole imprese da sole non reggono più. Occorre mettersi insieme, fare rete, aggregarsi, creare massa critica per affrontare mercati sempre più difficili.