Energia e Pmi: come affrontare l'instabilità dei prezzi senza farsi travolgere

Fonderie, vetrerie, stampaggio: nei settori ad alta intensità energetica l'energia non è un costo accessorio ma una leva industriale. Le strategie per non farsi travolgere

Prosegue il nostro speciale dedicato alle oscillazioni del prezzo dell'energia e alle conseguenze sulle imprese. Dopo aver ascoltato la voce delle imprese nella prima puntata, entriamo ora nel cuore dei settori dove l'energia non è un costo accessorio ma una variabile strategica decisiva: fonderie, vetrerie, stampaggio, refrigerazione, logistica a temperatura controllata. Settori dove ogni oscillazione del prezzo si trasforma immediatamente in una questione di competitività, dove l'instabilità energetica impone scelte quotidiane che possono fare la differenza tra tenere il mercato o perderlo.

Come stanno reagendo le Pmi? Quali strategie stanno adottando per non farsi travolgere? E soprattutto: quali errori stanno commettendo e quali buone pratiche potrebbero fare la differenza?

Lo speciale proseguirà nei prossimi giorni con ulteriori approfondimenti.

Energia problema per le Pmi

La “cara bolletta” è da sempre una delle croci delle Pmi. E soprattutto nei settori dove l’energia è una variabile strategica, come fonderie, vetrerie, stampaggio, refrigerazione, logistica a temperatura controllata, bisogna affrontare quotidianamente l'instabilità dei prezzi e le scelte strategiche da prendere per essere competiti. Come? Ecco alcune riflessioni sull'argomento di Davide Chiaroni, Federico Frattini e Laura Marcatii di Energy & Strategy, un team multi-disciplinare della School of Management del Politecnico di Milano che, attraverso attività di ricerca e formazione nel campo dell’energia e della sostenibilità, si pone l’obiettivo di istituire un osservatorio permanente sui mercati e sulle filiere industriali del settore.

Innanzitutto «le Pmi stanno cercando di rispondere all’instabilità dei prezzi energetici investendo principalmente in tecnologie a basso costo iniziale e con brevi tempi di ritorno. Tra le soluzioni più adottate ci sono i sistemi di illuminazione a led e le pompe di calore per migliorare l’efficienza nei processi di climatizzazione. Un altro intervento molto comune riguarda l'auto-produzione di energia, soprattutto tramite impianti fotovoltaici. Tuttavia, la diffusione di interventi più complessi come l’installazione di impianti di cogenerazione/trigenerazione o l’adozione di sistemi di monitoraggio energetico e automazione è ancora limitata, spesso a causa dell’alto investimento iniziale o della poca conoscenza delle performance della tecnologia».

Energia problema per le Pmi

Secondo i tre esperti «le Pmi dovrebbero impegnarsi ad affrontare la questione energetica con un approccio strategico che combini il monitoraggio dei consumi dei diversi processi aziendali, grazie al supporto di software di gestione energetica, con l’adozione di più consolidate tecnologie per l’efficientamento dei consumi. Un'altra pratica, spesso ancora sottovalutata, consiste nel rendere l’efficienza energetica una priorità anche a livello organizzativo. Attività di sensibilizzazione e formazione e implementazione di pratiche organizzative come la regolazione dei set-point degli impianti possono portare a buoni livelli di risparmio se applicate con costanza, spesso con costi contenuti».

Quali errori, invece, da evitare? «È importante che le Pmi cerchino di evitare interventi isolati e non coordinati, spesso dettati solo dalla disponibilità di incentivi del momento. Un errore comune è anche l’assenza di monitoraggio dei risultati: molte imprese investono in efficienza ma non misurano i benefici, perdendo l’occasione di valorizzarli internamente e verso l’esterno. Infine, sottovalutare l’importanza del coinvolgimento e della formazione delle persone nell’utilizzo dei dispositivi finalizzati al risparmio energetico può limitare fortemente il successo delle iniziative».

Energia problema per le Pmi

Al contrario, «le Pmi dovrebbero sviluppare una strategia energetica a lungo termine, concentrandosi su tre aspetti chiave. Primo: ottimizzare i consumi energetici utilizzando software di gestione e automazione per monitorare e ridurre gli sprechi, coinvolgendo anche il personale in pratiche più efficienti. Secondo: investire in tecnologie efficienti e fonti rinnovabili. Terzo: esplorare soluzioni contrattuali vantaggiose, come i PPA (Power Purchase Agreements), che permettono di bloccare i costi dell'energia per un lungo periodo, riducendo l’esposizione alle fluttuazioni dei prezzi».

Infine, tra le buone pratiche da adottare si suggeriscono «l'ottimizzazione dei consumi, applicando regolazioni più efficienti degli impianti, come l'uso di sensori di movimento per l'illuminazione o sistemi di recupero del calore. Inoltre, l'adozione di sistemi di monitoraggio smart consentirebbe di ottimizzare in tempo reale i consumi energetici. Un altro approccio efficace è l'integrazione tra efficienza energetica e digitalizzazione, per esempio tramite sistemi di Building Automation and Control Systems (BACS) e automazione dei processi produttivi. Infine, incentivare il personale con premi legati al raggiungimento di obiettivi energetici può aumentare l'engagement e migliorare i risultati complessivi» (2. continua). Nicola Antonello

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