Filiere corte: vincere la sfida degli approvvigionamenti

Una strategia non limitata all'agroalimentare che taglia costi, migliora controllo qualità e protegge dalle crisi globali. La docente Liuc spiega perché è una leva competitiva cruciale

Filiere corte e approvvigionamento Pmi

Spesso associato al settore agroalimentare, il tema della filiera corta possiede in realtà una valenza trasversale, capace di generare valore in qualunque settore produttivo. Accorciare la distanza tra chi produce le materie prime e chi le trasforma o le utilizza non significa soltanto ridurre i passaggi intermedi, ma costruire un sistema economico più efficiente, resiliente e sostenibile.

Ne è convinta Patrizia Tettamanzi, professoressa di economia aziendale presso la Liuc Università Cattaneo, con la quale abbiamo affrontato il problema degli approvvigionamenti che, assieme a quello del costo dell’energia, stanno mettendo a dura prova il sistema produttivo italiano. Un'oculata programmazione degli approvvigionamenti risulta infatti sempre più difficile in ragione delle turbolenze geopolitiche che incidono sia sui tempi sia sui prezzi.

BENEFICI IMMEDIATI E MISURABILI E MINORI COSTI

«Dal punto di vista dell’impresa, l’approvvigionamento attraverso una filiera corta garantisce benefici immediati e misurabili», afferma Tettamanzi. «Sul piano economico, l’eliminazione delle numerose intermediazioni commerciali tra produttore e consumatore finale si traduce in un abbattimento dei costi di transazione, consentendo prezzi di acquisto più competitivi per i consumatori e una remunerazione più equa per i produttori, nonché una minore esposizione alla volatilità dei mercati internazionali. Inoltre, la relazione diretta con i fornitori aumenta l’affidabilità delle consegne, riduce il rischio di interruzioni nella catena logistica e assicura maggiore flessibilità nelle condizioni di fornitura».

CONTROLLO QUALITÀ E TRACCIABILITÀ DELLE MATERIE PRIME

«Un secondo vantaggio è di carattere strategico», spiega la docente. «La filiera corta permette un controllo rigoroso sulla qualità delle materie prime, consente di verificarne l’origine e di garantire standard di produzione etici e sostenibili. In un contesto competitivo in cui consumatori e stakeholder attribuiscono crescente valore alla trasparenza, alla sostenibilità ambientale e sociale, poter garantire un approvvigionamento locale, tracciabile e responsabile diventa un importante vantaggio competitivo».

I BENEFICI SONO ANCHE AMBIENTALI E ESG

«L’impatto ambientale è altrettanto significativo», mette in evidenza Tettamanzi. «La riduzione delle distanze percorse dalle merci comporta un abbattimento significativo delle emissioni di CO2, del consumo energetico, dell’inquinamento e del traffico. In questa prospettiva, le filiere corte contribuiscono concretamente agli obiettivi di sostenibilità e migliorano le performance ESG dell’impresa, rafforzandone la credibilità e reputazione verso clienti, investitori e istituzioni».

CON LA FILIERA CORTA SI SOSTIENE LO SVILUPPO LOCALE

«Infine, non va trascurata la dimensione socio-territoriale», prosegue la docente della Liuc. «Scegliere fornitori di prossimità significa sostenere lo sviluppo locale, favorire l’economia circolare e costruire reti collaborative capaci di generare soluzioni innovative, abbattendo le asimmetrie informative tipiche delle filiere globali. La vicinanza fisica e relazionale accelera processi di co-design e facilita la sperimentazione di pratiche produttive più agili ed efficienti».

In conclusione, secondo la professoressa Tettamanzi, «la filiera corta applicata all’approvvigionamento delle materie prime non è solo una scelta etica o ambientale, ma una leva competitiva cruciale. Rafforza la resilienza dell’impresa, aumenta la qualità e la trasparenza dei processi e permette di valorizzare le risorse e le competenze del territorio. In un’economia globale esposta a shock sempre più frequenti, radicare parte della propria catena del valore in rapporti di prossimità non rappresenta un vincolo, bensì un’opportunità di investimento strategico con benefici tangibili nel medio-lungo termine”. Giuliano Longo