
«Dicono che l'energia aumenterà sempre di più. Io mi sono fatto i miei conti e ho detto: se investo nell'energia che utilizzo, mi rende quasi più che lavorare», racconta Scaltritti con la concretezza di chi trasforma i problemi in soluzioni. «Oggi investire sui pannelli fotovoltaici ha ritorni dopo sei, sette, otto anni. C'è un rendimento da oltre il 10%. Sul mio lavoro abbiamo un rendimento lordo del 2,5%. Quindi conviene investire in energia».
Non è una rinuncia al proprio business. È l'intelligenza di riconoscere dove si creano i margini.

La Nice Srl è un'azienda energivora. La produzione di lenti richiede processi continui, macchinari sempre attivi, consumi costanti. Quando i costi energetici sono esplosi, Scaltritti ha individuato immediatamente l'opportunità di intervenire.
«C'è stato un anno in cui siamo andati benissimo come fatturato, ma poi il costo dell'energia ci ha assorbito tutto il margine», spiega Scaltritti. Un fenomeno che molte imprese hanno vissuto negli ultimi anni. «E da lì abbiamo iniziato a pensare come migliorare questa situazione».
Nell'anno più difficile, Nice Srl ha registrato oltre 450mila euro in più di spesa energetica rispetto agli standard precedenti. Un dato che ha spinto l'azienda a trasformare radicalmente il proprio approccio: da subire il costo dell'energia a controllarlo attivamente.
La risposta di Scaltritti è stata sistematica e progressiva. Ha iniziato a ragionare su ogni spazio disponibile come potenziale fonte di energia.
«Avevamo un parcheggio che era messo male. Abbiamo sistemato tutto il parcheggio, abbiamo fatto tutte le tettoie con tutto il fotovoltaico sopra. Quindi proteggiamo le macchine dei nostri dipendenti dalla grandine. D'estate salgono in macchina che è fresca anziché calda».
È un esempio perfetto di ottimizzazione integrata: lo stesso investimento produce energia, protegge i beni aziendali, migliora le condizioni di lavoro. Ogni euro investito genera ritorni multipli e misurabili.
«All'inizio il fotovoltaico lo mettevo solo dove era conveniente metterlo, dove era molto conveniente metterlo. Adesso abbiamo creato anche gli altri spazi, abbiamo fatto una nuova struttura dove abbiamo messo anche lì tutto pieno di fotovoltaico".
Ma l'approccio di Scaltritti non si è limitato alla produzione di energia. Ha lavorato simultaneamente sulla riduzione dei consumi.
«Abbiamo cambiato inverter, motori con inverter, modificandoli per cercare di migliorare. Sto attento anche alle luci che tengono accese per niente. Nelle aziende nessuno ci fa caso. Cerco di far capire che è inutile che investiamo sui pannelli, poi non stiamo attenti a quello che facciamo, le macchine accese per niente».
C'è una frase di Scaltritti che contiene un principio di metodo applicabile a qualsiasi impresa:«L'imprenditore deve pensare prima al risparmio delle cose dove risparmia, che questo è certo. Il resto è il lato del mercato, deve ricavarsi anche nel mercato, però per me è giusto farlo».
È una dichiarazione strategica. Il mercato può essere incerto, volatile, soggetto a fattori esterni. Il risparmio è certo, misurabile, replicabile. Dipende esclusivamente dalle scelte interne dell'impresa.
«Per me è importantissimo cercare sempre di ottimizzare quello che cerchiamo di fare, di ottimizzare sui macchinari, sulle cose. Noi abbiamo tutti i macchinari trasformati, poi abbiamo comprato macchine nuove, abbiamo imposto ai produttori di macchinari le modifiche che volevamo. Ce le hanno fatte, se no non compravamo le macchine».
Questo è un elemento cruciale del metodo Scaltritti: non ha aspettato che il mercato offrisse soluzioni. Ha usato il potere d'acquisto per spingere i fornitori verso standard energetici più avanzati.
«Gli ho detto: ma attenzione, voi le vostre macchine sono uguali da non so, da vent'anni le fate tutte uguali. Uno perché dovrebbe cambiarle? Le nostre macchine, se tu le usi 24 ore su 24, risparmiano mille euro al mese di energia elettrica. Questo è un argomento, no?».
Risultato: adesso quei produttori fanno quelle modifiche di default. Scaltritti non ha solo risolto il suo problema, ha contribuito a cambiare lo standard di settore. Un beneficio che si estende potenzialmente a tutte le imprese che acquisteranno quei macchinari.
Quello che l'esperienza di Nice Srl dimostra è che quando il peso di un costo variabile supera una certa soglia, controllarlo attivamente diventa parte integrante della strategia competitiva.
NIo faccio tutto quello che si può fare, finché ho l'energia per farlo».
Non è una distrazione dal core business. È l'evoluzione intelligente del modello di business di fronte a mutamenti strutturali dei costi.
La Nice Srl ha attraversato Covid, guerre, crisi energetiche mantenendo la capacità di investire. «Se le cose erano normali abbiamo aumentato il fatturato, solo che tutti questi problemi hanno creato incertezze e quindi alla fine tutto si è un po' fermato».
Ma mentre il fatturato affrontava le turbolenze del mercato, gli investimenti in efficienza procedevano. Perché quelli hanno rendimenti certi, non dipendono dalla congiuntura, trasformano una voce di costo in una leva competitiva misurabile.
L'esperienza di Franco Scaltritti e della Nice Srl offre un metodo che molte imprese possono studiare e adattare alla propria realtà:
Non tutte le imprese hanno le stesse condizioni di partenza di Nice Srl. Non tutte sono energivore allo stesso livello. Non tutte hanno gli stessi spazi disponibili. Ma il metodo - quello sì - è replicabile: trasformare il costo dell'energia da voce passiva di bilancio a opportunità di investimento con rendimenti superiori al core business.
Scaltritti lo ha dimostrato concretamente. E ha dimostrato che si può fare senza attendere incentivi straordinari, senza delegare ad altri la soluzione, semplicemente applicando rigore nella misurazione dei costi e coraggio negli investimenti strategici.
Un esempio da cui imparare. Un metodo da adattare. Un'opportunità da cogliere (6. fine).