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Credito alle Pmi: fondamentali chiarezza e visione

Credito alle Pmi: fondamentali chiarezza e visione
Credito alle imprese

L’accesso al credito è una delle sfide più rilevanti per le piccole e medie imprese, in un contesto economico che spesso appare incerto e complesso. Le Pmi hanno bisogno di liquidità per finanziare progetti di crescita, sostenere investimenti o gestire le spese quotidiane.

Tuttavia, ottenere un finanziamento da parte delle banche non è mai semplice, e il processo di approccio agli istituti di credito è determinante per il successo della richiesta. «Non basta solo presentare una domanda di credito: l’impresa deve essere preparata, dimostrare solidità e credibilità, e adattarsi a esigenze bancarie che si stanno evolvendo sempre più velocemente» sottolinea Mario La Torre, ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università La Sapienza di Roma.

«La documentazione deve essere precisa e ben organizzata; questa è il primo biglietto da visita che l’azienda mostra circa la serietà e l’organizzazione dei processi interni», aggiunge il docente evidenziando come la preparazione del dossier di richiesta di finanziamento sia cruciale.

COME PREPARARSI ALLA RICHIESTA DI CREDITO

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Quando un'impresa decide di chiedere un finanziamento, è fondamentale essere consapevoli che le banche valutano ogni richiesta con molta attenzione. Diversi fattori influenzano la decisione:

  • la destinazione dei fondi (che può essere per un investimento specifico o per la gestione delle spese correnti),
  • la situazione economica e patrimoniale dell’azienda,
  • la capacità di restituire il capitale.

Il professor La Torre evidenzia che una corretta presentazione della documentazione è essenziale per evitare che errori banali o dimenticanze possano compromettere l’approvazione della richiesta. «La documentazione deve essere completa e ben organizzata: ogni documento deve rispondere in modo chiaro alle richieste delle banche, senza lasciare dubbi o incertezze - spiega - Un documento fondamentale da presentare è il business plan. Questo piano, oltre a descrivere in dettaglio come saranno utilizzati i fondi richiesti, deve contenere previsioni realistiche e coerenti con lo scenario di mercato. La preparazione del business plan richiede tempo e attenzione, in quanto deve dimostrare che l’impresa ha una visione chiara e un piano solido per affrontare le sfide del progetto d’investimento».

Le Pmi devono anche considerare che la banca non valuta solo i numeri, ma anche la capacità di gestione dell’impresa. «Un’impresa ben organizzata, con una buona gestione delle risorse, delle persone e dei processi, sarà più credibile agli occhi di un istituto di credito – aggiunge il docente - Per questo motivo, oltre ai bilanci e al business plan, le Pmi devono fornire anche informazioni sul loro modus operandi, sulle politiche aziendali, sul team di management e sulle prospettive future. La serietà dell’approccio e la trasparenza della comunicazione sono elementi che possono fare la differenza».

L'IMPORTANZA DEI CRITERI ESG

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Un altro aspetto che sta diventando sempre più importante nelle valutazioni bancarie è l’adozione dei criteri ESG (ambientali, sociali e di governance). Le banche sono sempre più orientate verso la valutazione del rischio legato alla sostenibilità, e un rating ESG positivo può influenzare significativamente la decisione di concedere un finanziamento. La Torre osserva che «le banche sono spinte dalle autorità a sottoporre le imprese clienti ad uno screening ESG al fine di allineare il loro portafoglio crediti alla tassonomia ambientale adottata in ambito UE; questo vale anche per le imprese di media e piccole dimensioni», sottolineando come molte Pmi non siano ancora pronte a rispondere alle richieste di informazioni ESG.

La transizione verso una gestione aziendale che tenga conto dell’impatto ambientale, sociale e delle pratiche di buona governance sta diventando sempre più urgente. Le Pmi che non hanno ancora adottato politiche di sostenibilità dovrebbero considerare di farlo quanto prima, non solo per soddisfare le esigenze bancarie, ma anche per migliorare la loro competitività e visibilità sul mercato.

A tal riguardo, vale la pena sottolineare come alcune banche offrano strumenti di supporto per le Pmi, utili ad intraprendere un processo di transizione sostenibile. «Questo può rappresentare, per le banche, un vantaggio competitivo per attrarre quelle aziende che non sono ancora pronte in questo ambito, ma che desiderano fare un passo in avanti verso la sostenibilità» sottolinea.

L'approccio alle banche, quindi, non si limita più alla sola richiesta di dati finanziari, ma deve includere una valutazione di come l’impresa stia affrontando le sfide legate alla sostenibilità. In questo quadro alcuni strumenti tradizionali rimangono comunque validi; le Pmi dovrebbero continuare a considerare l'idea di utilizzare il supporto di Confidi (consorzi di garanzia collettiva dei fidi), che possono fornire garanzie sui finanziamenti, in un contesto di continuo fine tuning delle norme che regolano l’accesso ed il funzionamento del Fondo Centrale di Garanzia.

COSA FARE SE IL FINANZIAMENTO VIENE RIFIUTATO?

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Nel caso in cui una richiesta di finanziamento venga respinta, è essenziale cercare di comprendere le motivazioni del rifiuto. Se la causa del diniego è legata alla mancanza di documentazione o ad errori nel piano finanziario, è possibile correggere questi problemi e ripresentare la domanda.

Tuttavia, se più banche rifiutano la richiesta, questo dato potrebbe essere un segnale più profondo legato alla sostenibilità economica dell’impresa o del progetto specifico. «In tal caso, l’impresa dovrebbe riflettere sulla propria situazione finanziaria ed analizzare gli aspetti che necessitano di miglioramenti. Potrebbe essere necessario rivedere la gestione delle risorse, ridurre i costi o rafforzare la struttura patrimoniale. A volte, la mancata concessione del credito può essere un’opportunità per l’impresa di rivedere la propria strategia e identificare eventuali debolezze nella gestione operativa o nella struttura finanziaria».

INVESTIRE SULLA QUALITÀ

Per le Pmi, l’accesso al credito dipende dalla capacità di prepararsi adeguatamente, dalla gestione della documentazione, supportata da ordinati processi di acquisizione e gestione dei dati, e dall’adozione dei criteri ESG.

«Le aziende che investono nella qualità del loro business plan, nella trasparenza e nella sostenibilità hanno maggiori probabilità di ottenere finanziamenti dalle banche. Se la richiesta viene respinta, è fondamentale analizzare le cause e adottare le misure necessarie per correggere eventuali carenze. La capacità di adattarsi alle nuove esigenze bancarie, soprattutto sul fronte della sostenibilità, è un elemento chiave per il successo a lungo termine delle Pmi» conclude il professor La Torre. Annarita Cacciamani

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